ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su    Il Sole 24 ORE
(Sezione:  NORME E TRIBUTI    Pag  25   )
Sabato 6 marzo 2004

MARZIO BARTOLONI

CONSIGLI DEI MINISTRI - Sì al Ddl contro detenzione, consumo e spaccio di stupefacenti - Niente fondi alla società per l'arte e lo spettacolo (Arcus) 

 

Uso di droghe, tolleranza zero


 

ROMA . Il Governo tira dritto sulla «tolleranza zero» contro la droga. Ieri il Consiglio dei ministri — senza incassare il parere, peraltro critico, delle Regioni — ha definitivamente licenziato il Ddl firmato dal vicepremier Gianfranco Pini che approda ora in Parlamento, dove si annuncia battaglia senza esclusione di colpi.

Il principio cardine del Ddl si basa sul fatto che detenzione, uso e spaccio di stupefacenti rappresentano illeciti da reprimere con misure amministrative o penali. La sanzione penale — che può arrivare a un massimo di vent’anni — scatterà per chi verrà trovato in possesso di più di 150 milligramini di hashish o marijuana, di più di 500 milligramini di cocaina, con oltre 300 milligrainrni di ecstasy e con più di 50 milligrammi di anfetamine. AI di sotto, sono previste invece sanzioni di tipo amministrativo (ritiro della patente, fermo del ciclo-motore, obbligo di firma ecc.). Il testo, che il Governo aveva già licenziato in via preliminare a novembre, affronta anche il recupero dei tossico-dipendenti. Alle comunità, in particolare, è riconosciuta la possibilità di certificare la dipendenza da droga e di predisporre il piano terapeutico. Saranno istituiti albi regionali ai quali le comunità si dovranno iscrivere Per stipulare convenzioni con Regioni e ministero della Giustizia.

L’atteso rgiro di vite cancella in in colpo solo la distinzione tra droghe leggere e pesanti e ridisegna la mappa delle strutture impegnate nella lotta agli stupefacenti. Un punto, quest’ultimo, su cui le Regioni avevano preparato una serie di riserve, mai ufficializzate per il muro contro muro con il Governo che paralizza da settimane la Conferenza Stato-Regioni (il parere era all’ordine del giorno della riunione di giovedì scorso, disertata dai governatori per protesta). «Il Ddl tocca competenze delle Regioni e non è stato sottoposto al loro giudizio — avverte l’ex sottosegretario alla Giustizia, Franco Corleone — dopo che i tecnici regionali avevano espresso un parere globalmente negativo. In tempi di retorica federalistica è una contraddizione palese e clamorosa». «E un imbroglio dire — afferma Gloria Buffo (Ds) — che eroina è come spinello». E giusto, invece, per il farmacologo Silvio Garattini, abolire il concetto di droga leggera, «perché ogni droga è un attentato alla salute».

Per Giuliano Pisapia (Rifondazione comunista, membro della commissione Giustizia alla Camera, il Governo punta a «drogare» la campagna elettorale: «E un ritorno al passato — spiega — che finirà per favorire i narcotrafficanti, riempire le carceri e far aumentare i morti». E mentre da più parti l’opposizione promette «battaglia» contro il provvedimento, il senatore Riccardo Pedrizzi, responsabile di An per le politiche familiari, lo difende a spada tratta: «Se questo Ddl piace a chi,come Muccioli, don Gelmini e don Benzi, ha fatto uscire dal tunnel della droga decine di migliaia di persone e se non piace a chi, come il fronte antiproibizionista, ha speso una vita per farcele entrare, vuol dire che va nella direzione giusta».

Sulla bontà del provvedimento è pronto a scommettere il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano: «Quando il Ddl sarà operativo, in carcere ci saranno meno tossicodipendenti e più possibilità di recupero». Infine, per il sottosegretario all’Istruzione, Maria Grazia Siliquini, è cominciata «una nuova stagione nella lotta agli stupefacenti che va accompagnata da una maggiore educazione e informàzione».

 

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