ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su La Sicilia
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Venerdì 9 Aprile 2004

Laura Caputo

«ABBIAMO SEMPRE ASPETTATO CHE LORO SPARASSERO IL PRIMO COLPO»

 Misure antiterrorismo, a Pasqua voli proibiti su Roma


 

Roma. Cresce l'allerta delle forze dell'ordine in vista del lungo ponte pasquale: le misure antiterrorismo sono state rafforzate in tutto il Paese. Sotto stretto controllo sono tutti gli obiettivi ritenuti a rischio, come i mezzi di trasporto (soprattutto autobus e metropolitane), chiese e sedi diplomatiche. Ma la sorveglianza è stata estesa anche anche ai luoghi affollati, come i mercati e le strade principali. La città più blindata è Roma. Oggi scatteranno eccezionali misure di sorveglianza al Colosseo dove si terrà la tradizionale processione del Venerdì Santo con il Papa. Sarà anche chiusa di notte via della Conciliazione, la strada che porta al Vaticano, uno degli obiettivi ritenuti nel mirino dei terroristi islamici. Sono stati controllati tutti i tombini ed ispezionati i sottosuoli. Per Pasqua nel cielo di Roma saranno anche vietati i voli degli aerei da turismo. La stessa misura era stata adottata durante le feste di Natale. Per tutto il periodo pasquale l'Aeronautica manterrà in stato di preallarme i caccia intercettori e gli elicotteri militari.

In molte città italiane oltre alle ronde di poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa sono entrati in azione anche agenti in borghese con l'incarico di sorvegliare i quartieri più frequentati da cittadini provenienti da Paesi mediorientali. In allarme è la polizia ferroviaria che sta controllando sia le stazioni sia i treni e i passeggeri che trasportano valigie e pacchi sospetti. Gli obiettivi a rischio, come ha reso noto mercoledì sera alla Camera il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, sono ben 13 mila. Un numero certamente elevato che richiede l'impiego di migliaia di uomini per la sorveglianza. Il governo, comunque, tranquillizza. Il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, ha precisato che la preoccupazione esistente è dovuta solo alla situazione generale.

LO SCONTRO POLITICO. Il capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, rinnova il saluto e la solidarietà ai soldati italiani in missione all'estero e in particolare ai militari del contingente in Iraq e ai civili che con loro collaborano. «Sono in cima ai nostri pensieri», dice Ciampi che sottolinea: «Nessuno avrebbe pensato che le amministrazioni militari della Repubblica avrebbero saputo conquistare i livelli di fiducia di cui oggi godono i cittadini». Ciampi difende l'operato delle soldati impegnati nelle missioni di pace e ne esalta «il compito di riportare pace e serenità a popolazioni martoriate».

Tuttavia il dibattito tra le forze politiche resta acceso. All'indomani dell'infuocata giornata parlamentare che ha segnato ulteriormente la spaccatura tra maggioranza e opposizione sul ruolo dell'Italia in Iraq e le divergenze all'interno dell'Ulivo, il ministro della Difesa, Martino, torna a ribadire che l'Italia «agisce con coerenza e determinazione». «Non credo – sottolinea Martino – che possiamo abbandonare l'opera a metà strada. Il treno è in marcia, c'è un percorso preciso, concordato con le Nazioni Unite che prevede il passaggio dei poteri al governo iracheno il 1 luglio».

Il conflitto a fuoco di Nassiriya in cui sono rimasti feriti i 12 bersaglieri ha suscitato le polemiche dell'opposizione sulle regole di ingaggio del nostro contingente. Ma il capo di Stato maggiore della Difesa, l'ammiraglio Di Paola, fa sapere che non cambieranno e che non vi è alcuna responsabilità per le vittime: «Le regole di ingaggio prevedono di rispondere, in misura proporzionale, solo se provocati o attaccati».

E se la linea della Cdl è quella di andare avanti per consentire il passaggio dei poteri al governo iracheno entro il primo luglio, nel centrosinistra le distanze permangono. Mentre Verdi, Pdci e Prc chiedono un ritiro immediato delle truppe, la lista Prodi invoca una «svolta». La Quercia invita a seguire la via delle Nazioni Unite «subito, prima che sia troppo tardi». «Le alchimie del triciclo» non piacciono a Rifondazione comunista che critica la posizione della lista Prodi. Per Rifondazione (nella foto «non c'è altra soluzione che il ritiro immediato delle truppe». Nella foto, Rizzo (Pdci) e Violante (Ds).


    

 

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