ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA SICILIA
(Sezione:     Pag.  3    )
Martedì 23 settembre 2003

Anna Rita Rapetta

Emergenza droga

Stupefacenti, sarà tolleranza zero



Roma. Nessuna distinzione tra droghe pesanti e droghe leggere e il sansionamento anche dell'uso personale delle sostanze stupefacenti. Sono queste le due novità fondamentali del disegno di legge presentato in occasione della «V Conferenza Mondiale per la lotta alla droga» che il governo intende approvare rapidamente entro la fine di quest'anno. Un progetto fortemente voluto da Alleanza Nazionale e che già lo scorso giugno doveva aver concluso il suo iter. In realtà, il ddl in questione ha visto la luce dopo un aspro confronto interno alla maggioranza e soltanto adesso Gianfranco Fini può cantare vittoria.

La strada che dovrà percorrere questo provvedimento, comunque, resta in salita per le «difficoltà politiche» che la proposta incontrerà prima di avere il via libera del Parlamento. La proposta del governo stravolgerebbe l'attuale legislazione modificandone il principio di fondo, quello della riduzione del danno. Una svolta a «180 gradi», come la definisce Fini indicando le tre linee di intervento: «prevenzione, recupero e repressione».

La proposta che verrà vagliata in Consiglio dei ministri entro la fine di ottobre prevede l'eliminazione di ogni tipo di distinzione tra le droghe riducendo il numero delle tabelle a due tipologie: gli stupefacenti e i farmaci. Non ci sarà più differenza, quindi, tra fumare uno spinello o iniettarsi eroina e questo perché, come afferma il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, non ci sono «droghe buone e droghe cattive». E Andrea Muccioli, responsabile della Comunità di San Patrignano, sottolinea: «Riteniamo sia corretto superare la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti. Tutte le droghe sono nocive e dannose per la salute e la vita delle persone». Aggiunge don Oreste Benzi delal Comunità Giovanni XXIII: «Contro l'uso delle droghe la nostra posizione favorevole a tale disegno di legge è motivata non solo dai danni fisici che la droga arreca ma ancor più dai danni morali e spirituali che la droga provoca».

Mentre nella vigente normativa è previsto e non punito l'uso personale di droga, il nuovo provvedimento introduce il divieto assoluto dell'uso di droga e prevede nuove tabelle di limiti quantitativi. Chi verrà trovato con quantità inferiori alla soglia prevista sarà comunque punito con una sanzione amministrativa, che diventerà penale nel caso di superamento dei limiti. Novità anche sul versante del recupero. L'attuale normativa concede la possibilità di scegliere l'ingresso in una comunità per non finire in carcere per possesso di droghe. Abbassando il limite minimo della sanzione base della reclusione, il provvedimento mira a indirizzare più gente ai percorsi di recupero. Col ddl viene introdotta anche una misura sostitutiva, il lavoro di pubblica utilità, e prevista la parificazione tra comunità e centri per recupero pubblici (Sert). «Occorre avere il coraggio di colmare un vuoto determinato da una stagione di demagogia che spero sia alle nostre spalle», ha detto il vicepremier riferendosi in particolare al referendum radicale del '93 che ha abolito la dose minima giornaliera che «ha reso quasi impossibile alle forze dell'ordine distinguere lo spaccio dall'uso personale».

Il leader di An esclude che questa lotta possa essere combattuta all'insegna del «compromesso». Ne è convinto anche il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, che di legalizzazione non vuol neanche sentir parlare. «Significa accettare che la persona umana possa essere danneggiata», dice mentre il ministro della Salute, Girolamo Sirchia, mette l'accento sui «modelli errati» come la convinzione che le droghe leggere «non siano pericolose». Sui modelli di riferimento si sofferma l'organizzatore della conferenza, don Vincenzo Sorce, presidente dell'Associazione Casa famiglia Rosetta: «Dobbiamo essere capaci di promuovere il valore della vita e adottare nuovi progetti esistenziali».


    

 

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