ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA
(Sezione: IN PRIMO PIANO      Pag.   8   )
Giovedì 9 ottobre 2003

Livia Michilli

DENTRO AN / Bloccata una lettera di dissenso di alcuni deputati, però rimane il malumore. Gasparri ribadisce il suo no 

La Russa media: presenteremo un nostro progetto sugli immigrati


ROMA - «Sono contrario a concedere il diritto di voto a chi non ha la cittadinanza». Per Maurizio Gasparri la giornata finisce come era iniziata, pronunciando le medesime parole di disaccordo sulla proposta di Fini di far votare gli immigrati in sede amministrativa. Un «no» pacato ma fermo, ripetuto in mattinata e di nuovo a tarda sera. Nel mezzo, ore infuocate: prima un tentativo di ammutinamento ad opera di un gruppo di deputati di An, autori di una lettera di dissenso indirizzata a Fini ma mai arrivata a destinazione. Poi la riunione tra Ignazio La Russa e alcuni «colonnelli», che serrano le file del partito, attraversato da dissensi e malumori, e annunciano la costituzione di un gruppo di lavoro che elaborerà una proposta di legge sul voto agli immigrati.

Il coordinatore di An sa che il ministro delle Comunicazioni intercetta il dissenso di una fetta del partito e perciò lo invita a essere conciliante, a partecipare ai lavori. Ma Gasparri va per la sua strada: «Aprire una discussione significa dire la propria opinione - spiega - io continuerò a sostenere la mia». Per An è stata una giornata dura. L’inaspettata sortita del vicepremier sugli immigrati ha lasciato tutti sconcertati, se non nel merito almeno nel metodo. «Se solo fossimo stati interpellati - spiegano gli uomini a lui più vicini - gli avremmo dato il nostro consenso». Insomma, il blitz non è piaciuto. Persino il coordinatore di An La Russa ammette che il modo di porre la questione è stato «traumatico».

Inevitabile, allora, il dissenso della base, che ha inondato di messaggi di protesta le sedi di partito, e il malumore della dirigenza. Parla chiaro Francesco Storace: «Capisco se le parole di Fini sono legate alla volontà di mettere la Lega in un angolo, ma se è un’impostazione strategica non condivido». Scherzando ma non troppo, il presidente della Regione Lazio dice di riconoscersi nel titolo pubblicato ieri dal quotidiano il Manifesto ("Non ci posso credere"). Viviana Beccalossi, vicepresidente della Giunta della Lombardia, chiede una convocazione urgente della Direzione nazionale e un confronto è sollecitato a gran voce anche dal presidente del gruppo di An in Consiglio regionale, Romano La Russa. Donna Assunta Almirante vorrebbe tacere ma poi non si trattiene e parla di decisione «avventata e precipitosa», anche se a Fini va il merito di essersi smarcato da Bossi, «di cui noi meridionali abbiamo le tasche piene».

Ad agitare ulteriormente le acque di An c’è anche la misteriosa lettera di dissenso fatta circolare a Montecitorio, firmata da un gruppo di deputati (Alessio Butti e Tommaso Foti sono gli unici usciti allo scoperto) ma poi misteriosamente scomparsa. Insomma, ce n’è abbastanza perché il coordinatore del partito decida di prendere il toro per le corna. In contatto costante con Fini, Ignazio La Russa convoca a via della Scrofa i capigruppo Gian Franco Anedda e Domenico Nania, il responsabile immigrazione Gian Paolo Landi di Chiavenna, il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano e il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica. Al termine del «forum» tutti parlano come un sol uomo: il partito è unito, la discussione è stata finora disordinata ma adesso tutto è a posto. An costituirà un gruppo di lavoro per elaborare una sua proposta di legge sul tema del voto ammministrativo. Quindi, il centrosinistra può scordarsi iniziative bipartisan: «Non voteremo le loro leggi permissive», chiarisce subito La Russa. La questione non è comunque cosa di domani: per accedere al voto gli immigrati dovranno aspettare tra i 6 e i 10 anni e quello dei tempi è un punto fondamentale per tranquillizzare tanto la base quanto la dirigenza.

I malumori sono in ogni caso messi nel conto: «Fini dà per scontate certe reazioni, quando ha parlato sapeva che la discussione sarebbe stata accesa», dice La Russa. «Ci saranno fibrillazioni solo se non spiegheremo bene il nostro progetto», aggiunge. Perciò, nella sua veste di coordinatore del partito, ha deciso di convocare un nuovo «forum», la prossima settimana, con tutti i parlamentari di An.


    

 

vedi i precedenti interventi