ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA
(Sezione: IN PRIMO PIANO CRONACA     Pag.     11)
Martedì 27 aprile 2004

Dino Martirano

LA STRATEGIA

 

 «Liberate l’entrata della fabbrica» Così il Viminale ha deciso la linea


 

ROMA - Amalia Di Ruocco, il vicequestore ferito alla testa da un sasso durante la prima carica, era stata comandata da alcuni giorni a Melfi come «responsabile in zona del servizio di ordine pubblico». Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza era stato costretto a inviare in missione da Roma questo funzionario esperto perché a Potenza si era creato un vuoto con le assenze temporanee di questore, vicario e capo di gabinetto. Poi, domenica, il Dipartimento ha preso atto (anche se qualcuno ai vertici avrebbe tentato di far notare le conseguenze di eventuali incidenti con gli operai) delle direttive del ministro Giuseppe Pisanu: così, nella notte, sono stati fatti convergere su Melfi circa 450 agenti dei Reparti Mobili di Roma, Bari, Napoli e Reggio Calabria. I poliziotti partiti da Napoli sono gli stessi che domenica avevano prestato servizio sui campi di calcio di Salerno, Avellino e Capri e poi, alle due del mattino, sono stati caricati in macchina per andare a Melfi. Il questore di Potenza, Amerigo Di Censo, è arrivato nell’area industriale di Melfi intorno alle 10.30.

A quel punto la carica più consistente già era stata eseguita e la linea dettata dal Viminale era chiara: «Le condizioni di agibilità della via di accesso agli stabilimenti Fiat di Melfi continueranno fino al ripristino delle condizioni di legalità», ripeteva il prefetto Luciano Mauriello che parlava di «qualche leggera carica», di «dura resistenza di centinaia di dimostranti», di 13 contusi e della dottoressa Di Ruocco (2 punti di sutura) alla quale il ministro ha poi fatto giungere gli auguri di pronta guarigione e un mazzo di fiori. A Roma, intanto, le interrogazioni parlamentari chiedevano conto sulle cariche «violente e ingiustificate».

Pisanu, però, ha fatto trascorrere qualche ora, mantenendo i contatti con «diversi autorevoli esponenti dell’opposizione», e poi si è rivolto «alle forze sociali e politiche» per «neutralizzare i provocatori che puntano sullo scontro». Ma alla Cgil sono iscritti anche i poliziotti del Silp che hanno parlato tramite il loro segretario Claudio Giardullo: «Così il governo non cerca una soluzione e utilizza le forze di polizia come elemento di scontro e non di coesione sociale». Ma il ministro ha spiegato che «fin dal primo momento le forze di polizia sono state invitate a comportarsi con il consueto equilibrio garantendo, da un lato, il diritto degli scioperanti a manifestare le loro opinioni e, dall’altro, il diritto dei lavoratori che non condividono lo sciopero a recarsi al lavoro»: e la polizia si è comportata con «encomiabile professionalità». Oggi riferisce alla Camera il sottosegretario Alfredo Mantovano di An, il partito che non sembra aver spinto per usare i manganelli a Melfi


    

 

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