ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA
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Sabato 27 noembre 2004

Fiorenza Sarzanini

 

 L’irritazione del Viminale: proposta inaccettabile

Il sottosegretario Mantovano: tocca alle forze dell’ordine far rispettare la legge. Pisanu: le cifre degli arresti parlano da sole


 

ROMA - Agli attacchi della Lega non ha mai risposto direttamente, nonostante le bordate di Roberto Calderoli siano ormai diventate per lui un’abitudine. Ai botta e risposta a distanza, il ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu ha sempre preferito il confronto diretto. E così anche ieri, prima di incontrare il collega di governo a palazzo Chigi, ha deciso di far parlare «numeri e fatti».


POLEMICA GROSSOLANA - Nel comunicato ufficiale che dà conto dei risultati sull’ultima operazione «Vie Libere» - ormai giunta alla quindicesima fase - Pisanu afferma: «L’impegno e l’attenzione del governo e delle forze dell’ordine non è mai venuto meno ed anzi prosegue con rinnovato vigore». Segue elenco dei dati sugli arresti di prostitute, immigrati e spacciatori con lapidaria conclusione: «Queste cifre costituiscono già da sole la risposta più sensata a polemiche grossolane e strumentali di ogni parte». Linea rigorosa, democristiana. Molto meno diplomatico appare invece il sottosegretario Alfredo Mantovano di Alleanza Nazionale che giudica «inaccettabile la sortita della Lega». «Comprendo il dolore per l’uccisione di un compagno di partito - spiega - ma questo non giustifica il resto: in Italia esiste la legge ed esistono magistratura e forze dell’ordine che hanno il compito di farla rispettare. Mi consola il fatto che i cittadini non ritengano di dover utilizzare le armi per difendersi da soli».


LA «BOUTADE» - Al Viminale c’è irritazione per il fatto che il ministro per le Riforme Istituzionali Calderoli abbia parlato a nome del partito senza che nessuno prendesse le distanze. Più volte negli ultimi mesi la Lega ha pubblicamente chiesto le dimissioni di Pisanu, anche se poi non ha dato seguito concreto alle esternazioni. Ma mai aveva ipotizzato la creazione di un nuovo ministero che dovrebbe occuparsi di ordine pubblico e sicurezza. «Arrivare a questo - risponde Mantovano - è la dimostrazione che non si deve commentare i fatti sull’onda dell’emotività, ma a bocce ferme».

Una «boutade», la giudicano i «tecnici» del Viminale che ricordano quando la scorsa estate Alleanza Nazionale propose la costituzione di un ministero per la droga, «e poi fu costretta ad una clamorosa marcia indietro». In realtà a preoccupare gli esperti è proprio l’istituzione della taglia che, dicono, «suona come un incitamento ai cittadini a farsi giustizia da sé». Una possibilità che Mantovano esclude con decisione. Certo, il sottosegretario non nega che le risorse umane e finanziarie da destinare al controllo del territorio e alla prevenzione dei reati di allarme sociale «sono state penalizzate da altre emergenze prioritarie come quella del terrorismo islamico e dell’eversione interna», ma assicura che «nessun fronte è stato sguarnito, anche se ci siamo trovati in eredità dai precedenti governi un deficit di bilancio di 512 milioni di euro che adesso stiamo cercando di risanare».


IL CONFRONTO - Ieri a Palazzo Chigi si è riunito il comitato interministeriale per la sicurezza. Ma l’argomento non è stato inserito all’ordine del giorno, anche perché i due ministri avevano già parlato in privato di quanto accaduto durante la giornata, affrontando più in generale tutti i temi di competenza del Viminale, compreso quello dell’immigrazione clandestina. La posizione di Pisanu rimane quella espressa in Parlamento la scorsa settimana: per fronteggiare la criminalità occorre inasprire le leggi, del resto si occupano già le forze dell’ordine.


    

 

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