ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su     CORRIERE DELLA SERA
(Sezione:  IN PRIMO PIANO    Pag.  2  )
Venerdì 26 marzo 2004

Giuseppe Guastella

LE REAZIONI

 

 E Milano frena sugli allarmi «Nessun rischio immediato»


 

MILANO - Dichiarazini «prive di riferimento all'attualità», dice la Procura di Milano, che però con il pm Elio Ramondini le considera attendibili.

Non ci sono - «motivi attuali e rreali per ritenere Milano esposta in modo specifico a rischi di attentati terroristici», fa eco il prefetto Bruno Ferrante, il quale allo stesso tempo conferma «l'impegno scrupoloso e costante delle Forze dell'ordine nella prevenzione e nel controllo del territorio».

Magistratura e prefettura milanesi mettono in guradia dal pericolo di generare allarmismo dopo le rivelazioni sui verbali del pentito Ahmed, legato ad una cellula ritenuta in contatto con Al Qaeda, che ha parlato di progetti di attentati a Milano e in Italia tra il '97 e 2001, fortunatamente mai realizzati. E i magistrati impegnati sulle indagini rivelano che gli attentati non sono andati in porto «solo perchè è mancato l'ordine di esecuzione»

In genere è preocupata la reazione del mondo politici, mentre dalla moschea di Viale Jenner a Milano indicata da Ahmed come il nucleo della cellula dell'integralismo islamico negli anni scorsi, arriva l'assicurazione: «Noi non copriamo nessuno, non abbiamo mai tramato contro le autorità a Milano e lungi da noi solo l'idea di un attentato».

Un comunicato del procuratore milanese Manlio Minale mette subito in chiaro che i verbali riempiti da Ahmed non hanno nulla di segrerto perchè sono stati depositati in un processo (il 2 marzo scorso) ad alcuni presunti terroristi islamici. Ma precisa che «nessunoi dei progetti di attentati risulta mai entrato in una fase di attuazione anche parziale o di concreta preparazione»

Indirettamente Minale risponde al sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano che definisce «gravissima» la pubblicazione dei verbali, ma che dice di sentirsi rassicurato dall'esistenza di un pentito, perchè questo è il segnale che l'opera di investigazioine funzina. Il sotosegretario è convinto che il «componente di una singola cellula può dire di più sia sulle indicazioni che riceve arispsetto agli obiettvi da colpire, sia sulle fonti finanziarie, pechè certe cose non si sviluppano senza sostegno economico». Queste cellule, dice, hanno l'obiettivo di «colpire» l' Occidente in tutte le sue articolazioni».

Sempre da Roma, il segretario del Pdci, Iliviero Dilibero, si augura che i sistemi di prevenzione italiani siano efficaci e ritiene che, a causa della politica estera del governo, ci si trovi di frotne ad un «allarme da prendere sul serio» perchè «tutte le città italiane» sono a rischio e «qualsiasi momento, o data, è buono per un attacco»

«Sono anni che segnaliamo il fatto che a Milano ci sia un pricolo terroristico. In passato ci sono stati arresti, intercettazioni che parlavano della città e sequestri di materiale, però non siamo mai stati ascoltati dal mondo politico», dichiara il segretario milanese della Lega Nord e capogruppo in Comune Matteo Salvini. Mentre il suo collega dei Ds, Pierfrancesco Majorino, invita a «sostenere il lavoro che stanno svolgendo le forze dell'ordine e la magistratura», ma ammonisce anche ad «evitare l'identificazione tra islamici e terroristi», che «è un'equazione molto dannosa» mentre, invece, «bisogna dialogare con gli esponenti dell'Islam moderato».


    

 

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