ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA
(Sezione: PRIMO PIANO   Pag.   9   )
Martedì 21 Gennaio 2003

Fiorenza Sarzanini

L’INTERVISTA

L’accusa di Mantovano: «Atene non collabora»


Il viceministro: grave anche l’atteggiamento della Turchia, ma loro non sono nell’Ue

 

ROMA - «Nei confronti della Grecia l’Unione Europea dovrebbe prendere le stesse drastiche misure adottate nei confronti dell’Austria dopo che Haider è entrato nella coalizione di governo. Non si capisce perché in quel caso si intervenne in maniera decisa e adesso, di fronte ad un Paese che non collabora nella lotta all’immigrazione clandestina, si sta fermi». E’ irritato e non lo nasconde il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano. L’ultima tragedia in Adriatico riapre un problema che «senza la collaborazione di tutti non potrà essere risolto».

Lei chiede sanzioni contro il governo di Atene?
«Non sono necessarie sanzioni. Ma trovo davvero assurdo che uno dei partners, peraltro presidente di turno in questo semestre, non stia mettendo in atto alcuna misura concreta per fermare le partenze. Ci sono immigrati che salgono sui Tir, altri che si imbarcano sui gommoni: possibile che nessuno li veda? Che nessuno riesca a fermarli? Uno Stato dell’Ue non può limitarsi a una segnalazione, servono interventi decisi».

Grecia in cima alla lista dei colpevoli e la Turchia?
«Anche in questo caso il problema è grave, ma dei segnali sono arrivati e comunque i due Paesi non sono nelle stesse condizioni visto che la Turchia non fa parte dell’Unione».

E’ esclusa la possibilità di firmare un trattato con Ankara?
«Le trattative vanno avanti con tutti i Paesi, compresi quelli dell’area nordafricana e dunque nulla è escluso. Con l’Egitto abbiamo trovato un ottimo accordo e i risultati si vedono: nel canale di Suez agiamo in piena sintonia e cooperazione. Per quel che riguarda il Maghreb resta l’ostacolo della Libia, ma anche su questo stiamo lavorando».

Gli osservatori temono che un attacco degli Stati Uniti all’Iraq farà arrivare in Italia migliaia di profughi. Avete segnali in questo senso?
«Tutte le guerre provocano esodi di massa e dunque è presumibile che avvenga anche in questo caso. L’Italia è comunque attrezzata a fronteggiare un’emergenza del genere».

Il governo sta preparando il decreto flussi per il 2003, quali Paesi saranno premiati?
«Per quel che riguarda la nostra valutazione ritengo che debbano essere favoriti ancora una volta l’Egitto, il Bangladesh e la Moldavia che hanno dimostrato di voler mettere in atto un piano concreto per impedire le partenze dei clandestini».

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