ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA
(Sezione: PRIMO PIANO       Pag. 8   )
Sabato 20 Maggio 2006

A. Gar.

IL CASO DEI PACS

   

L’Unione divisa sui Cpt Rifondazione ora frena

Ferrero: è più urgente legalizzare le badanti dei nostri vecchi I centri-clandestini furono difesi da Napolitano: insostituibili


 

ROMA - «I Cpt saranno superati, non è possibile detenere persone per ragioni amministrative». Con la sua prima dichiarazione da ministro della Solidarietà sociale, l’ex operaio Paolo Ferrero (Prc) si offre come «scudo umano» al fuoco di sbarramento della Casa delle Libertà che alza decisamente i toni per difendere la Bossi-Fini e per denunciare il tentativo di trasformare «l’Italia nella terra promessa per i clandestini», politica di cui il superamento dei loro «centri di permanenza temporanea» diventerebbe il primo passo: «Saremo il ventre molle d’Europa», annuncia Alfredo Mantovano di An. Tuttavia, il neo ministro di Rifondazione, pur richiamando il programma dell’Unione, si è avventurato su un terreno minato e ora rischia di riaprire una dolorosa ferita nel centrosinistra. Dietro l’angolo, inoltre, la mossa di Ferrero lascia intravedere un potenziale attrito con il Viminale, affidato al ministro Giuliano Amato e al vice ministro Marco Minniti, cui spetta il compito più odioso, quello repressivo, di tamponare il flusso continuo di immigrati irregolari che preme sulle nostre frontiere marittime e terrestri.

Il voluminoso programma dell’Unione voluto da Romano Prodi parla solo genericamente di «superamento dei Cpt» che, come è noto, nacquero con il primo governo del professore grazie alla legge Turco-Napolitano. Vale la pena, dunque, rileggere cosa disse al Corriere della Sera Giorgio Napolitano quando, l’estate scorsa, il governatore della Puglia Nichi Vendola (Prc) convocò a Bari i suoi colleghi per dire no ai nuovi Cpt. Spiegava il 3 luglio del 2005 il migliorista cresciuto nel Pci che, dopo essere stato ministro dell’Interno, è poi arrivato fino al Quirinale: «È stata una legge presentata dal governo Prodi con la mia firma ad istituire i centri di permanenza temporanea al fine di identificare gli stranieri che arrivano in Italia senza titolo per soggiornarvi e senza documenti. Si può discutere sul modo in cui vengono gestiti i Cpt, ma altro è chiederne la chiusura».

E ancora: «Non c’è alcuna alternativa a uno strumento del genere tant’è che non c’è alcuna proposta se non quella di chiuderli senza sostituirli con nulla». Questo diceva Giorgio Napolitano meno di un anno fa. E in campagna elettorale, l’attuale ministro della Sanità Livia Turco (Ds), che pure battezzò l’istituzione dei Cpt, rintuzzava così gli attacchi di Gianfranco Fini: «Con il centrosinistra gli immigrati clandestini che entreranno in Italia senza documenti e che non collaboreranno all’accertamento delle generalità saranno trattenuti per il tempo strettamente necessario alla loro identificazione. Non li lasceremo vagare per l’Italia... Certo non li identificheremo in quei Cpt della Bossi-Fini che, per come sono stati concepiti e per come vengono gestiti, hanno determinato situazioni insostenibili». Torniamo dunque al ministro Ferrero. Il quale, dopo gli slanci mostrati nelle prime interviste, ora modula i toni ma non la sostanza: «Questo dei Cpt è un problema che richiede il concerto di più ministeri. E poi la linea sulla quale ci muoveremo è quella definita dal programma che, tra le tante cose che ridisegnano la politica dell’immigrazione, prevede anche il superamento dei Cpt. E per me questo è un fatto assolutamente positivo». Ma il neo ministro del Prc ora annuncia che ci sono altre priorità: «Penso ad alcune centinaia di migliaia di anziani, 7-800 mila quelli colpiti da Alzheimer più tutte le altre malattie invalidanti, che sono curati da stranieri costretti a vivere nell’illegalità. E questo non ha senso. Per cui dovremmo subito mettere mano a questa situazione assurda in cui si trovano le badanti che curano i nostri vecchi».

E i Centri di permanenza temporanea? «Fermare la discussione solo sui Cpt non ha senso», risponde Ferrero che non si sottrae anche ai doveri imposti all’Italia dall’Unione europea: «Il punto della partecipazione agli accordi di Schengen fa riferimento ai meccanismi di rimpatrio che non passano necessariamente per il Cpt». Ecco, quando lo staff del Welfare non si è ancora istallato negli uffici di via Fornovo, il ministro Ferrero sente il bisogno di assestare il tiro: «In realtà dobbiamo risolvere il problema a monte. Intanto, partiamo con politiche di regolarizzazione nei confronti di coloro che sono tenuti in condizioni di irregolarità a causa della Bossi-Fini. E farei proprio l’esempio delle badanti per lasciar capire di quale ingiustizia sto parlando». Dino Martirano


    

 

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