ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA
(Sezione:    Pag.     )
Domenica 15 giugno 2003

Dino Martirano

 

Pronti i decreti anti-clandestini. La Lega: è tardi

SVertice al Viminale: nuovo piano. Pisanu: sbarchi calati del 49%. Calderoli: qualcuno vuole fare fallire la Bossi-Fini


ROMA - I dati ufficiali del Viminale evidenziano che nel primo semestre del 2003 gli sbarchi dei clandestini sono diminuiti del 49,3 per cento rispetto all’anno precedente. Ma il conteggio del ministero dell’Interno si ferma all’11 giugno: da quel giorno, infatti, sulle coste siciliane hanno messo piede oltre mille immigrati non in regola con la legge Bossi-Fini. Solo ieri, a Lampedusa, ne sono sbarcati 77 di mattina e altri 130 ne sono stati avvistati nel pomeriggio mentre si avvicinavano all’isola a bordo di 4 imbarcazioni. Sono stati tutti rifocillati e uno di loro, colpito da crisi cardiaca a bordo di un gommone, è stato trasportato a Lampedusa da un elicottero della Marina militare. Il mare piatto ha dunque rilanciato la rotta dei mercanti di clandestini del Canale di Sicilia. E così ieri al Viminale il ministro dell’Interno, Beppe Pisanu (FI), ha convocato (è la seconda volta in 10 giorni) i responsabili delle forze di polizia, il capo di Stato maggiore della Marina militare e il responsabile delle Capitanerie di Porto per mettere a punto l’ultima stesura del decreto interministeriale (di attuazione della legge Bossi-Fini) che specifica compiti e aree di intervento in mare. Le navi della Marina militare pattugliano le acque internazionali, la Guardia di Finanza con i suoi mezzi veloci blocca gli accessi alle acque territoriali, la Capitaneria di Porto, infine, entra in azione quando si tratta di soccorrere imbarcazioni in difficoltà.

Questo è lo schema del decreto già firmato dalla presidenza del Consiglio, dalla Difesa e dall’Interno: manca ancora il sì di Tremonti (Finanze) e di Lunardi (Infrastrutture) atteso per domani. Dovrebbe invece passare dal Consiglio dei ministri di venerdì il decreto che nomina il «capo» della Direzione centrale dell’immigrazione: questa struttura, il cui regolamento è già stato varato dal ministro, ha «compiti di raccordo operativo di tutte le forze impegnate e di acquisizione e analisi delle informazioni raccolte».

Pisanu, comunque, dà un gran peso anche all’azione diplomatica: «Va intensificata la collaborazione con i Paesi d’origine e di transito dei flussi migratori e va considerato prioritario l’impegno verso la Libia». In questo Paese, è stata registrata un’«alta concentrazione di masse di migranti provenienti da aree diverse del continente africano e anche di quello asiatico». Con le autorità libiche è già stato perfezionato un protocollo a livello tecnico: l’obiettivo è quello di riprodurre nel Canale di Sicilia il «miracolo» compiuto nel Canale d’Otranto dove gli scafisti albanesi hanno cambiato attività.

Ma il ritardo del varo di decreti di attuazione della Bossi-Fini (ci sono anche quelli sugli sportelli unici delle prefetture e sull’asilo politico) ha mandato in fibrillazione la Lega che attacca Pisanu e la struttura del Viminale. Il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, dice che «al ministero stanno chiudendo la stalla dopo che sono scappati i buoi» e accusa i partner della coalizione di aver messo una seria ipoteca sul risultato (negativo per la Cdl) delle ultime amministrative: «Qualcuno ha voluto far fallire la Bossi-Fini. A forza di vedere sbarchi in tv negli ultimi 15-20 giorni i nostri elettori si sono chiesti: "Ma non era passata la legge che doveva rimandarli tutti a casa?"». Calderoli, poi, spara a zero contro i tempi lunghi della regolarizzazione di colf e badanti: «A noi risulta un enorme ritardo».

In realtà le cose sono più complesse. E il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano (An) lascia intendere che la Lega non ha mica tutte le carte in regola per gridare allo scandalo: «Ci auguriamo che tutti gli altri ministri siano intenzionati a superare le resistenze». Mantovano si riferisce a quel meccanismo delicato della Bossi-Fini che istituisce un coordinamento tra i ministeri in materia di immigrazione. Esempio: se Bobo Maroni della Lega (Welfare) decide in piena autonomia di far entrare in Italia soprattutto stagionali (60 mila su 79.500) chi, poi, deve verificare che questi lavoratori tornino al loro Paese a chiusura di contratto? «Il Viminale», risponde Mantovano. Conclusione: «La Lega non riesce a mettersi in testa che la lotta all’immigrazione clandestina si fa soprattutto rafforzando quella legale».


    

 

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