ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA
(Sezione: CRONACHE    Pag.   15  )
Domenica 12 Gennaio 2003

Virginia Piccolillo

«Fra noi non esiste gente che non lavora»

 

Le procure impiegano in media 430 giorni per chiudere un’indagine


 

ROMA - L’accusa è l’inefficienza. L’ha scagliata più volte contro i magistrati il ministro della giustizia, Roberto Castelli. E l’ha ripetuta il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano: «Ci sono magistrati che lavorano dodici ore a settimana». Ma è davvero così? «Da noi infingardi non ce ne sono» assicura Giovanni Puglisi, presidente del Tribunale di Palermo. «Li azzannerebbero i colleghi stessi», concorda Carlo Alemi, presidente al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. «Se c’è chi lavora meno, il capo degli uffici può accorgersene facilmente. E intervenire», aggiunge il presidente del Tribunale di Milano, Vincenzo Cardaci. Il collega di Roma, Luigi Scotti, ammette: «Sacche di inefficienza in passato ci sono state». Per eliminarle lui ha fissato un tempo limite per lo svolgimento di ogni atto.

I magistrati ordinari non hanno foglio, firma, né orario: possono essere in turno anche di notte senza percepire straordinario. Hanno 45 giorni (lavorativi) di ferie: dal 1° agosto al 15 settembre sono sospese le notifiche e, per questo, l’attività dei tribunali. Un uditore guadagna 29.561 euro lordi annui. Un magistrato con 28 anni di anzianità 76.475. Un’indagine della procura dura in media 430 giorni. Per arrivare alla sentenza di secondo grado ne occorrono altri 1490, per la conclusione in Cassazione altri 290. Nel civile il primo grado dura in media 984 giorni: ce ne vogliono altri 1366 in appello e 983 in Cassazione. Ma i magistrati si difendono con i numeri: i processi penali sono più di 4 milioni. E non va meglio nel civile: nel 2001 erano 2 milioni e 200 mila. Le controversie su lavoro e pensioni oltre 1 milione.

A Milano, nel 2002, sono stati smaltiti 12.784 processi in sede dibattimentale. Eppure ne restano 5.903. Nel civile, in soli 6 mesi, ne sono stati «esauriti» 32.000, ma ne restano 64.959. A Palermo ne sono stati smaltiti 17.770 penali. Ma ce n’erano 30.580 e intanto ne sono arrivati altri 18.293. Nel civile ne hanno conclusi 13.000. Ma ne restano 32.654. A Santa Maria Capua Vetere, 16 giudici penali hanno portato a termine 2.585 processi (ne restano 14.000). Nel civile in 10 ne hanno eliminati 2.054 (ne rimangono 10.500). «Il processo penale non è più gestibile», riassume Puglisi. E Alemi aggiunge: «Lo Stato deve intervenire. Rinforzare gli organici e varare leggi per semplificare. Con la Cirami, invece, persino il boss "Sandokan" ha bloccato il suo processo»


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