ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Secolo d'Italia
(Sezione:    Prima   Pagina e      Pag. 14 )
Sabato 9 aprile 2005

ALFREDO MANTOVANO

 

 Quel libro sfogliato dal vento



 

All'inizio della cerimonia due dei concelebranti si avvicinano alla bara, si inginocchiano e vi appoggiano un libro - il Libro -, aprendolo. Come mai? Ci avevano detto che la fede non è un libro, pur se questo libro si chiama Vangelo. San Paolo ha insegnato per sempre, rivolgendosi ai Corinti, che "La nostra lettera siete voi". Il Cristianesimo è una Persona, è l'incontro di ogni persona con quella Persona. Non è manoscritto o carta stampata, è corpo - realmente corpo - ed è sangue - realmente sangue -. E' pane e vino: che cosa c'è di più materiale e di meno etereo? Ma tutto questo, carne, sangue, sofferenze, dolore, è ciò che sta dentro la bara: lì dentro c'è "il dolce Cristo in terra", c'è Colui che nei ventisette anni di pontificato ha scritto nella carne la sua quindicesima lettera enciclica, la più profonda e la più toccante.

Dunque, perché quel Libro? Certamente perché è la Parola di Dio, che Giovanni Paolo II ha realizzato e annunciato da laico, da Sacerdote, da Vescovo, da Pontefice. Ma non è solo per questo: quel Libro è aperto e - aperto - è lasciato in balia del vento. E il vento soffia oggi in piazza San Pietro; soffia tra i fedeli e intorno all'altare; fa tenere stretti i copricapo ai Cardinali e ai Vescovi; solleva i paramenti e i mantelli, perfino quelli pesanti e maestosi dei Patriarchi orientali. Soffia sul Libro poggiato sulla bara: gira e rigira le pagine, a tratti lentamente, a tratti velocemente. Soffia il vento materiale. Soffia il vento dello Spirito: dove vuole, come insegna la Scrittura, fa girare le pagine della vita di ciascuno, più o meno rapidamente. E in quella bara le pagine della vita si sono intrecciate indissolubilmente con le pagine del Vangelo. Mentre la cerimonia è in corso il Libro viene chiuso dal vento; dura poco: il vento lo agita e lo riapre. Quante volte interessati profeti di sventura hanno annunciato la fine della storia di Giovanni Paolo II, e quante volte quella storia ha ripreso a scorrere e ad essere sfogliata generosamente?

Ora il libro è veramente chiuso, la bara è presa per essere riposta nella tomba. Ma chi può dire, a mente lucida e a ciglio asciutto, che quelle pagine sono servite solo per essere agitate dal vento? che i milioni di giovani e di meno giovani, guardando per l'ultima volta Chi ha riempito l'esistenza di quelle pagine, siano destinati ad essere dispersi dal vento? che il modo più sensato per non vivere come banderuole al vento non sia piegarsi al vento di quello Spirito che ha abbattuto i muri e ha reso Roccia il Successore di Pietro?


 

 

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