ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Secolo d'Italia
(Sezione:    Prima   Pagina  e     Pag. 14 )
Giovedì 28 aprile 2005

ALFREDO MANTOVANO

 

 Più coesione non significa meno identità



 

Quesito: se all'interno di tutti i partiti, e nello specifico dei partiti che compongono il centrodestra, ci sono evidenti lacerazioni, come si può realisticamente pensare a un partito unico dello schieramento? Non è il caso di lavorare al superamento delle divisioni delle singole forze politiche prima di ipotizzare un loro raccordo più stretto? Risposta: proprio la permanenza del bipolarismo, del quale la Destra italiana è convinta sostenitrice, impone di strutturare le coalizioni in modo tale che la frammentazione fra i partiti e nei partiti venga controbilanciata e assorbita da un ampio contenitore politico. Negli USA nessuna delle forze politiche che si contendono l'elezione del Presidente e i seggi al Congresso rappresenta un blocco monolitico; è sufficiente un viaggio, anche solo per internet, dentro ciascuna di esse per cogliere la varietà delle posizioni, non antitetiche ma neanche perfettamente sovrapponibili, che le caratterizza al proprio interno. Fra i Repubblicani, per esempio, di fianco a parlamentari che risentono della formazione culturale di fondazioni e di ambienti esplicitamente conservatori siedono altri che senza scandalo appaiono sensibili a suggestioni liberal: in un quadro di riferimento minimo comune, pesano gli orientamenti di volta in volta prevalenti, quelli che guidano la politica del Presidente, che peraltro muta nel corso degli anni sulla base degli eventi. Chi va in minoranza non ne fa un dramma, né abbandona il partito: opera perché, dentro il partito, la propria posizione riconquisti consensi crescenti. Poter contare su un'area più ampia di agibilità politica non cancella - se mai sottolinea - le identità, e contribuisce a smussare le polemiche che spazi partitici più limitati favoriscono strutturalmente, al di là delle intenzioni dei singoli.

Nella individuazione del percorso, più che prendere le mosse dai singoli partiti, e dal maggiore o minore gradimento all'ipotesi "casa comune", è il caso di cominciare dai contenuti e di verificare se, una volta che siano individuati, è possibile una convergenza più ampia. Questo peraltro non significa chiudere a successivi accordi con forze politiche che comunque non si riconoscono nella coalizione di sinistra. Dunque, più che prospettare l'entrata di questo o quel partito per poi forzare i contenuti di un ipotetico programma di una federazione del centrodestra, è meglio individuare dei contenuti; pochi, nodali, necessari, realistici, da proporre con chiarezza agli elettori: diritto alla vita, rilancio della famiglia, libertà di educazione, libertà di iniziativa economica, tutela della proprietà privata e del risparmio. E su quei contenuti registrare le adesioni delle forze politiche.

Una robusta iniezione di razionalità politica è l'antidoto più efficace al presunto appannamento del cosiddetto "carisma personale", e aiuta a vincere faide più o meno nascoste, finalizzate a ipotetici cambi di leadership. Se poi qualcuno punta alla guida della Cdl - o di come in futuro si chiamerà la coalizione - ha la possibilità di farlo alla luce del sole, dando prova di saper trainare lo schieramento sulla base di un progetto politico definito: gli USA insegnano qualcosa anche a tale proposito, con la positiva esperienza delle "primarie" che, dopo un confronto aperto e leale, designano la guida. E ciò accade senza che l'individuazione del leader sia l'esito di scontri carsici nel Palazzo o nelle élite partitiche. Più in generale, e a tutti i livelli, gli spazi più vasti a disposizione di una forma politica più ampia del singolo partito permettono di contrapporre alle faide la competizione aperta; alla dialettica fittizia, utile solo per alimentare i gossip giornalistici, il confronto con i problemi reali; alla frammentazione l'attivazione di un processo tendenzialmente unificante, se pure lungo, articolato, complesso, e soprattutto non indolore.


 

 

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