ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Secolo d'Italia
(Sezione: Primo Piano   Pag.   3)
Mercoledì 5 giugno 2002

LUCILLA PARLATO

I commenti dei protagonisti di An, che hanno fatto da mediatori nel dibattito interno alla maggioranza

Fini: «Così siamo in linea con l’Europa»
Landi: «Ha prevalso il buon senso e il gioco di squadra». Mantovano: «È una vera svolta»




ROMA. La “Bossi-Fini” taglia il suo primo traguardo: l’approvazione da parte della Camera. Ora occorrerà un ulteriore passaggio al Senato, al quale seguiranno i decreti attuativi. «Poi a settembre sarà operativa» spiega il responsabile di An, Gianpaolo Landi di Chiavenna, seduto su un divano del Transatlantico, immancabile sigaro tra le dita, e espressione stanca dopo la lunga maratona di queste settimane, tra commissione e Aula. Soddisfatto? «Credo che abbiamo fatto una buona legge. E che gli elettori di Alleanza nazionale possano ritenersi soddisfatti», aspira.

E insomma è innegabile che gli uomini di An abbiano fatto un buon lavoro, sia nel merito che nel metodo. Da una parte le proposte portate in aula, che hanno visto Landi tra i parlamentari più attivi, dall’altra il “gioco diplomatico” del governo con la maggioranza, con Gianfranco Fini e Alfredo Mantovano a presiedere riunioni, incontri, vertici, e a studiare continuamente nuove soluzioni e punti di contatto e d’unione. «Qualche emendamento l’ho ritirato per mantenere gli equilibri nella Casa delle Libertà», confessa Landi, che lo ha fatto senza troppo scalpore. Eccolo il metodo di An: uno stile diverso, non urlato, ma nella sostanza determinato.

Nel partito il gioco di squadra ha funzionato, insomma? «Mi sembra proprio di sì - aggiunge ancora Landi, prima di rientrare in aula - siamo stati artefici di questa legge, in ogni suo punto. La linea di An è la stessa di sette anni fa, ed è stata recepita da tutta la maggioranza. Del resto è una linea europea».

La discrezionalità del decreto sui flussi, la proroga della permanenza nei Centri, norme più stringenti sui ricongiungimenti, l’abolizione dello sponsor, l’assunzione di nuove forze nei consolati e nelle ambasciate sono solo alcuni dei punti fortemente voluti dalla Destra italiana,che si è vista accogliere anche un ordine del giorno che impegna il governo ad istituire l’anagrafe tributaria per gli stranieri.

Ecco: poche tra queste innovazioni hanno trovato il giusto spazio sui giornali, che hanno preferito soffermarsi sullo scontro interno alla Cdl, tra Lega e Udc, e sulle strumentalizzazioni della Sinistra sulle impronte digitali (Sinistra che si è vista accogliere senza problemi l’ordine del giorno di Francesco Rutelli che stabilisce impronte digitali per tutti sui documenti d’identità). Garbatamente, ma con fermezza, il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, a nome del governo, ieri mattina ha aperto il dibattito in aula sottolineando l’eccessiva enfasi con cui la Sinistra ha affrontato la questione: «Alla Camera la legge sembra essere la legge sulle impronte digitali così come al Senato è sembrato essere la legge sulle navi da guerra», ha rilevato, sottolineando che analoghi provvedimenti sulle impronte sono stati adottati «senza scandalo» in Germania e in Gran Bretagna. Ad ogni modo anche Mantovano è soddisfatto soprattutto in merito a punti come il potenziamento degli uffici diplomatici, lo snellimento dei meccanismi per il rinnovo del permesso di soggiorno con la possibilità di rivolgersi alla Questura dove si dimora invece che a quella di residenza, una maggiore efficacia nella repressione dei trafficanti di uomini, un netto sbarramento all’ingresso di extracomunitari con precedenti penali. Senza contare l’attenzione maggiore rivolta ai minori abbandonati e alle garanzie introdotte sul diritto d’asilo, di cui il sottosegretario all’Interno si è occupato in prima persona. «E’ una legge - ha sottolineato Mantovano - in linea con gli orientamenti presenti nei progetti di risoluzione dell’Ue e nei principali stati dell’Unione europea. Non riteniamo che costituirà la soluzione di tutti i problemi, ma fornirà un contributo importante e serio, e un quadro di maggiore consapevolezza europea e di rafforzamento delle intese bilaterali e degli accordi internazionali».

Anche Fini, dal canto suo, nel commentare il provvedimento che porta anche il suo nome, punta l’attenzione sulla conformità con analoghe leggi europee. «Già, questa è una legge europea che coniuga il rigore nei confronti dei clandestini con la doverosa solidarietà nei confronti di chi viene in Italia a lavorare e si inserisce nella nostra società rispettandone le regole», è l’immediato commento del vicepremier. Pensa che ci possano essere problemi per quegli imprenditori che hanno dipendenti non in regola? «L’imprenditore che sfrutta un clandestino - è la risposta di Fini - non credo meriti comprensione. Ci sono tanti imprenditori onesti che hanno regolarizzato i clandestini e pagano i contributi. Poi ci sono in alcune aree del Paese fasce di lavoratori che non sono ancora emersi. Si tratterà di favorire la loro emersione, prevedendo anche degli interventi nei confronti di quegli imprenditori ».

«Il provvedimento per l’emersione dei clandestini che lavorano in nero - sottolinea ancora - sarà pronto non appena saremo in grado di quantificarne il numero e avremo definito quali sono gli adempimenti necessari per l’emersione. Tutti elementi che al momento non sono a disposizione». Ci sarà contestualità tra i due provvedimenti? «É evidente - dice il leader di An - che non possiamo fare il provvedimento tra un minuto. É un impegno politico e lo manteniamo. Del resto gli amici dell’Udc sono perfettamente consapevoli che dobbiamo predisporre uno strumento che sia efficace, cosa che necessariamente comporta un'istruttoria». Quanto alle impronte, Fini ribadisce di non capire lo scalpore: «L’odg presentato da Rutelli è stato accolto senza alcuna difficoltà. Abbiamo già detto in mille circostanze che i rilievi dattiloscopici non potevano essere riferiti soltanto a chi è in Italia con un permesso di soggiorno. É una norma che deve valere per tutti, anche per gli italiani ».

D’accordo anche il capogruppo, Ignazio La Russa, altro protagonista della squadra di An: «Sì, condivido. E’ una legge dura con chi viene in Italia con il solo intento di delinquere, e realmente solidale con gli stranieri che lavorano e rispettano le nostre leggi. La Casa delle Libertà - aggiunge La Russa - ha un buon motivo per essere soddisfatta di se stessa, oggi. Abbiamo approvato un provvedimento che regola in maniera chiara e rigorosa il fenomeno dell’immigrazione, abbiamo rispettato il patto elettorale con i nostri elettori e dato ottima prova di coesione e dialogo fra le varie componenti della maggioranza. Alleanza Nazionale rispedisce al mittente le accuse di razzismo e xenofobia troppe volte, e con troppa leggerezza, levatesi dai banchi dell’opposizione. In realtà gli unici veri razzisti sono coloro che non esitano a strumentalizzare gli immigrati per perseguire scopi politico-elettorali, inseguendo la chimera di nuovi diseredati con il diritto di voto da irreggimentare al posto di un proletariato non più disponibile. Lo stesso dicasi per la mala pianta della xenofobia che potrebbe crescere anche in Italia solo se continuasse a valere l’impostazione di sinistra basata sul finto buonismo e sulla impossibile accoglienza verso tutti fatta solo di parole, che crea disagio, disordine e soprattutto nutre un’avversione ingiustificata, nell’impossibilità di distinguere, verso tutti gli immigrati regolari o irregolari».

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