ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su QN
IL GIORNO Il Resto del Carlino LA NAZIONE

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Mercoledì 26 Febbraio 2003

s. m.

 

Pisanu: «Adesso basta, tolleranza zero»




ROMA — Itinerari alternativi e segreti, trasporti su Tir, ma soprattutto pugno di ferro contro i Disobbedienti che ostacolano il normale traffico ferroviario. Il Viminale prepara i suoi piani alternativi, ma il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu (nella foto) ribadisce: per garantire la sicurezza dei convogli militari il governo «metterà in atto tutte le misure preventive possibili e, quando necessario, ricorrerà alla giusta forza repressiva dello Stato». «Ci sono stati comportamenti illegali — ha aggiunto — e li abbiamo puntualmente denunciati evitando che avessero conseguenze negative sulla sicurezza e sull'ordine pubblico», ma, laddove sarà necessario, lo Stato interverrà in difesa della legalità.

Il messaggio è chiaro e inequivocabile, tanto da far ritenere ad alcuni esponenti dell'opposizione che si tratti di un avvertimento «preventivo» paragonabile all'azione militare che Bush intende portare avanti contro Saddam. Ma al Viminale puntualizzano: obiettivo primario resta quello di preservare il diritto alla libera manifestazione. Ma non saranno tollerate forme di illegalità. E il blocco dei treni, l'interruzione di pubblico servizio, sottolineano al ministero, sono azioni illegali, previste dal codice penale. Il basso profilo, il sottrarsi al muro contro muro che ha contraddistinto la politica di Pisanu sull'ordine pubblico, potrebbe quindi cambiare direzione.

Ma, sicuramente, come estrema ratio, ripetono gli addetti ai lavori, laddove non sia possibile altrimenti garantire le opportune tutele. E per raggiungere questo risultato si sta pensando a viaggi notturni, spostamenti di carichi su Tir, percorsi ferroviari alternativi. Ad esempio si potrebbero utilizzare le tratte secondarie, magari impegnando i convogli in percorsi più lunghi e tortuosi meno utilizzati dal traffico passeggeri. E per evitare sorprese ci sarebbero disposizioni precise perché gli itinerari dei treni che trasportano materiale bellico, o comunque ritenuto a rischio, siano comunicati ai ferrovieri solo all'ultimo momento. Anche Marco Minniti, Ds, si è chiesto infatti «com'è possibile che siano diventate di dominio pubblico informazioni sulla portata, l'ampiezza e i percorsi di questi treni. Si tratta di indicazioni che non erano in possesso neanche del Parlamento». Quindi qualcuno ha parlato. Ecco perché, ora, serve la massima discrezione per portare al termine il piano alternativo che, secondo il sottosegretario Alfredo Mantovano, «c'è ma non va pubblicizzato» e che prescinde dal potenziamento dei controlli della polizia ferroviaria nelle stazioni.

Ma se il Viminale ha un progetto, i Disobbedienti sono pronti a fronteggiarlo. Questa la risposta di Luca Casarini a Mantovano: «Anche noi abbiamo il nostro piano B — ha detto il leader dei No global — e siamo già molto avanti con la preparazione».


 

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