ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su QN
IL GIORNO il Resto del Carlino LA NAZIONE

(Sezione:  il Resto del Carlino     Pag.     )
Giovedì 16 ottobre 2003

di Marco Tavasani

 

«Scali colabrodo» Il governo lancia la missione-security

 


 

ROMA — Cinque aeroporti italiani su dieci, ispezionati ad agosto da un team di esperti angloisraeliani, sono risultati permeabili al passaggio di esplosivi dai varchi di sicurezza (i metal detector e gli sniffer), ma anche al personale addetto alla security. E se gli ordigni fossero stati in possesso di terroristi? Meglio non pensarci. Gli scali 'fuorilegge' sono quelli di Fiumicino, Linate (dove l'esplosivo è stato rilevato dal detector, ma non dall'operatore addetto alla sicurezza), Bergamo, Palermo e Catania.


Inchiesta d'agosto
L'indagine era stata ordinata nella massima riservatezza a giugno dall'ex direttore generale dell'Enac, Pier Luigi Di Palma. «Mi sono avvalso — dice — di una società estera, quindi neutra, che mi ha consegnato il rapporto a fine agosto. Sui casi segnalati siamo intervenuti immediatamente, ma devo dire che l'analisi promuove nel suo complesso il sistema italiano, segnalando criticità che devono essere colmate. Non dimentichiamo — spiega Di Palma — che analisi ancora più accurate possono anche trovare il classico capello. Tutto si può e si deve migliorare». Test simili erano stati effettuati anche in Gran Bretagna e negli Usa. E quasi sempre il finto attentatore era riuscito a farla franca, passando attraverso le rigide maglie dei controlli. Promossi, invece, per i controlli su ordigni trasportati dai passeggeri, gli scali di Malpensa, Lamezia, Venezia, Torino e Napoli. Il rapporto è da alcuni mesi nelle mani del Comitato per la sicurezza antiterrorismo negli aeroporti. Intanto il Comitato bicamerale Schengen-Europol-Immigrazione ha deciso di indagare sulla sicurezza negli scali di Malpensa e Fiumicino, in particolare su eventi di immigrazione clandestina per via aerea. «I passeggeri possono viaggiare tranquilli — assicura il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano — perché gli scali italiani sono in condizione di rilevare la presenza di esplosivi. Se c'è qualche smagliatura, sarà accertata».


Intanto Mario Tassone, vice ministro dei Trasporti con la delega all'aviazione civile, lancia un segnale di sicurezza dopo la dichiarazione dei vertici Enac che «non smentiscono nè confermano» la fuga di notizie. Il ministero doterà gli scali di occhi elettronici di sorveglianza fuori e dentro le aree aeroportuali, telerilevamenti, supercontrolli su passeggeri e bagagli con macchine più sofisticate. Sono alcune delle misure comprese nella missione-security che il governo sta mettendo a punto per far viaggiare tranquilli i cittadini. «L'esecutivo — ha detto Tassone — ha presente il problema di un rafforzamento della sicurezza negli scali e sta mettendo a punto di ulteriori misure. Il tema non ci coglie impreparati: stiamo intensificando in un grosso sforzo tutta la materia che riguarda il controllo».


Consegnato il rapporto
E il rapporto degli ispettori? Tassone glissa dicendo «Non ho ancora visto il documento, è allo studio del mio gabinetto. Comunque il problema della sicurezza è un obiettivo del governo fin dal suo insediamento». Intanto è in dirittura di arrivo il provvedimento di riforma del settore aviazione civile che a novembre dovrebbe approdare all'esame in aula.


Secondo il viceministro le vicende più recenti (Ancona e Cagliari) hanno fatto balzare in primo piano il problema sicurezza: «Non possiamo mettere certo le truppe a vigilanza degli spazi aeroportuali, ma le inchieste in corso devono fare chiarezza. La questione sicurezza? E' talmente complessa e articolata che i potenziamenti della sua efficacia non sono mai ridondanti, mai troppi».


 

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