ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su QN
IL GIORNO il Resto del Carlino LA NAZIONE

(Sezione:  il Resto del Carlino     Pag.     2)
Giovedì 14 aprile 2005

di ALessandro Farruggia

Alfredo Mantovano, braccio destro di Pisanu, chiede fermezza e collaborazione. E attacca anche le lobby parlamentari

 

«Giudici e onorevoli ultrà»

 


ROMA - Sottosegretario Alfredo Mantovano, proteggere stadi e città dalla violenza degli ultrà ci costa 55 milioni di euro all'anno. Non sarebbe giusto mandare il conto, o una gran parte del conto, alle società calcistiche?
«Bella domanda. Diciamo che in un paese di grande civiltà giuridica come la Gran Bretagna le spese per la sicurezza dentro gli stadi competono ai club. E credo che questo sia un obiettivo realistico, al quale si possa e si debba gradualmente arrivare».

Ma è possibile affidare a delle guardie giurate la sicurezza degli stadi quando dall'altra parte ci sono degli esagitati pronti a tutto?
"E' chiaro che questo potrebe avvenire solo quando ci sarà un quadro di norme complessivo improntato a maggior rigore".

Quindi non ora.
«La norma sull'arresto differito qualche risultato l'ha dato, ma credo che sul piano normativo qualche altra norma debba esse re introdotta. Servono leggi le più precise e, nel rispetto della carta costituzionale, rigorose possibile».

Come in Gran Bretagna?
«Mi basterebbe il venti percento delle norme in vigore in quel paese per dirmi soddisfatto...»

Intanto il 30 giugno la norma sull'arresto differito decadrà. Intendete reintrodurla?
«E' indubbio che sia necessario reintrodurla. Non importa come, l'importante è che si faccia perchè è l'unica cosa che ha limitato i danni».

E poi?
«Bisognerà precisare meglio alcune norme già introdotte e affiancarne qualche altra. Soprattutto in tema di interdizione all'accesso allo stadio».

Se poi la magistratura non li annulla con motivazioni ultragarantiste.
«Non c'è dubbio che si debba confidare su di una giurisprudenza applicativa che sia meno permissiva e meno lassista di quanto avvenuto fino a questo momento. Quando la Cassazione di ce che un soggetto non può essere interdetto dagli stadi per il solo fatto di essere stato trovato in possesso di un razzo fumogeno, quando si dice che per essergli vietato l'accesso deve accenderlo e lanciarlo allora è chiaro che non si vuole usare il rigore che sarebbe necessario. E allora è chiaro che tutti devono assumersi le proprie responsabilità. Compresa la magistratura».

E il Parlamento?
«Anche il Parlamento. E' intollerabile è che, a fronte di una duplice sollecitazione del Governo, il Parlamento abbia in un caso annacquato e in un secondo limato le norme proposte per l'azione di lobbies di tifoserie e di curve che hanno eco in tutti i partiti politici».

La Federcalcio ha deciso di richiamare gli arbitri ad applicare la reponsabilità oggettiva: un fumogeno in campo e si blocca tutto. Ma non c'è il rischio che gli ultrà della squadra che perde se ne approfittino, lancino in campo di tutto e si vada in questo modo al blocco generalizzato?
«E' una preoccupazione legittima. Credo che la gestione dell'ordine pubblico vada lasciata a chi ne ha responsabilità, non all'arbitro. Non si può stabilire un automatismo: fumogeno in campo, tutti a casa. Bisogna colpire le responsabilità, fare prevenzione. Ricordiamoci di quanto è successo un anno fa al derby Roma-Lazio, fermato senza motivo: in quel caso è andata bene, ma per grazia di Dio...».


 

vedi i precedenti interventi