ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su QN
IL GIORNO il Resto del Carlino LA NAZIONE

(Sezione:      Pag.     )
Martedì 21 ottobre 2003

 

 

Il governo: «Via l'embargo alla Libia»

 


ROMA — Il tema è annoso, ma ieri, dopo la nuova strage di immigrati al largo di Lampedusa, è tornato prepotentemente all'ordine del giorno: se si vuole che la Libia di Gheddafi (nella foto) collabori, bisogna togliere l'embargo.

L'appello è trasversale. Perché se il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano sostiene che «dopo l'Onu anche l'Unione europea deve togliere l'embargo alla Libia», anche il leader della Margherita Francesco Rutelli invoca — pur senza affrontare direttamente l'aspetto Libia — «una stretta collaborazione con i Paesi del Nord Africa». Fatto sta che «per collaborare» questi Paesi hanno bisogno di mezzi. A partire da elicotteri e motovedette. Cose che si possono inviare in Libia se l'embargo salta.

Certo è che il paese di Gheddafi, in questa partita, gioca un ruolo fondamentale. Sul barcone della morte, tanto per intendersi, sono state trovate tre lettere (a rivelarlo è stato il comandante della capitaneria di porto di Lampedusa) che riconducono alla Libia. Non solo: l'imbarcazione stessa sarebbe libica e da quella terra sono partiti i somali il 3 ottobre scorso. Ma, lamentano i magistrati di Agrigento incaricati dell'inchiesta, «non c'è alcuna collaborazione da parte dei Paesi da cui provengono i clandestini». «Putroppo — spiega il pm Giulia Labia — non ci sono convenzioni internazionali, non ci sono rapporti con alcuni Stati, come ad esempio la Libia, paese da cui partono gran parte dei viaggi che approdano poi in Sicilia, a Lampedusa e Pantelleria». Ecco allora che entra in gioco la partita dell'embargo. Il paese libico, evidentemente, senza mezzi non intende muovere un dito.

«La Libia — dice Mantovano — ha coste lunghissime e ha una forte pressione immigratoria sui suoi confini meridionali. Se l'Europa toglie l'embargo, si potrebbero fornire al paese nordafricano motovedette, elicotteri, fuoristrada e mezzi per contrastare i tentativi di immigrazione clandestina». Peraltro, come rammenta lo stesso sottosegretario all'Interno, l'Italia ha già un accordo con la Libia, «ma l'accordo è più efficace se, anziché un singolo paese, è l'intera unione a stringerlo».

Batte lo stesso tasto anche il ministro degli Esteri Franco Frattini: «Con Tunisia e Libia ci sono degli accordi, ma la cooperazione va intensificata. Con la Libia c'è il problema dell'embargo e c'è evidentemente un problema di modalità di riammissione. Dobbiamo aumentare gli accordi di riammissione a livello europeo».


 

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