ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA REPUBBLICA Giovedì 29 novembre 2001

LELLO PARISE

Mantovano attacca il governo ellenico: "Non fa la guerra ai boss". Un caso diplomatico

La via greca del contrabbando scoppia una crisi RomaAtene


Alfredo Mantovano denuncia la "via greca" del contrabbando di sigarette; gli ellenici, non più tardi di tre giorni fa, puntano il dito contro il sottosegretario all'Interno e ricordano che il governo italiano dovrebbe essere «particolarmente cauto» nel fare dichiarazioni di questo tipo. Ieri, è stato lo stesso Mantovano a gettare acqua sul fuoco dell'ennesima polemica divampata nelle stanze del Viminale e che, nel caso specifico, rischia di fare esplodere una crisi internazionale tra due Paesi — Italia e Grecia — uniti da «rapporti di cooperazione per la lotta alla criminalità» come ha ricordato lunedì il portavoce del ministero degli Esteri greco, Panayotis Beglitis.

«Il fondamento delle "affermazioni" da me rese con riferimento ai tabacchi di provenienza illecita che arrivano in Italia dai porti della Grecia, si trova nella relazione sul contrabbando approvata all'unanimità dalla Commissione antimafia il 6 marzo di quest'anno» sostiene Mantovano, che sventola «dati oggettivi» e sotto gli occhi di tutti. «Per il 2001 — fa sapere, infatti, il magistrato salentino "prestato" alla politica — pur diminuendo l'ammontare dei sequestri, pari a 205 tonnellate, è aumentata l'incidenza percentuale (73%) delle sigarette provenienti dalla Grecia. Con riferimento ai porti, si registra una contrazione delle partenze dallo scalo di Patrasso (49% a fronte del 64% registrato nel 2000) e un contestuale incremento dagli scali di Igoumenitza e di Corinto (44% rispetto al 19% del 2000)».

Il "braccio di ferro", dunque, sembra destinato ad andare avanti. Da Atene, hanno definito le parole del sottosegretario «senza fondamento» e «colorite»: «E' un uomo politico, Mantovano, cui piace fare spesso riferimento alle responsabilità della Grecia». Aveva spiegato ai commissari dell'Antimafia arrivati nella capitale greca a novembre del 2000, l'ammiraglio Bovulgaris, direttore del Dipartimento sicurezza: «Le sigarette vengono caricate nei porti della Bulgaria per poi essere scaricate in Grecia e Italia, con navi battenti bandiera ucraina e con equipaggio ucraino. Tutti questi carichi sono a prima vista, legali». I comandanti della Guardia costiera greca avevano riconosciuto, in particolare, la debolezza dei porti di Igoumenitza e Patrasso: era impossibile sottoporre a «verifica globale», tutti i tir in partenza dove le "bionde" possono essere facilmente nascoste. E alcuni deputati ellenici, di maggioranza e dell'opposizione, avevano ammesso, sia pure a denti stretti: «Sottoporre a controllo, anche solo per campione, gli autocarri, equivarrebbe a provocare attese e file chilometriche». Scrive, a questo proposito, Alfredo Mantovano nel libromiccia che, di fatto, consente alla suscettibilità dei greci di ardere — Miliardi in fumo, Manni editore: «Questa logica stringente, ha il solo limite di adoperare criteri di valutazione riferiti esclusivamente al vantaggio economico. Poiché i carichi di tabacco di contrabbando arrivano in Italia (e non solo in Italia), viene da chiedersi se la comune appartenenza all'Unione europea non debba spingere a considerazioni ulteriori, rispettose della sicurezza all'interno dell'Ue, oltre che mirate a garantire gl'interessi finanziari dell'intera Comunità. Non si comprende, in altri termini, per quale ragione sia scontato che la Guardia di finanza impieghi uomini, mezzi ed energie in attività di controllo nei porti italiani d'arrivo, provocando inevitabili ritardi nella circolazione delle merci, e invece ciò non debba avvenire a monte, nei principali porti greci».

L'interesse dei "corsari del tabacco" per la Grecia non è, d'altra parte, una novità. Va avanti da almeno dieci anni: perché è un «territorio di transito» per le sigarette provenienti da Cipro o dalla confinante Bulgaria; ha molti porti, anche di piccole dimensioni; è possibile ingaggiare «un nutrito numero di comandanti di navi disposti ad operare per le organizzazioni delinquenziali specializzate nel contrabbando». Da quelle parti, negli ultimi tempi, trovavano sempre più di frequente rifugio i "padrini" pugliesi per dirigere e gestire il traffico illegale di tabacco: il 12 agosto 2000 a Varkiza, vicino ad Atene, uccidono Saverio Benvenuto, originario di Mesagne (Brindisi), considerato uno dei "ragionieri" di Francesco Prudentino, alias "Ciccio la busta", arrestato alla vigilia di Natale di quello stesso anno a Salonicco, dove il potente boss viveva alla periferia della città; a gennaio di quest'anno, i greci a Patrasso tornano ad ammanettare un altro brindisino, Albino Prudentino, ritenuto uno dei più pericolosi "registi" dello smercio internazionale di sigarette, che due anni prima era riuscito ad essere liberato dalle sbarre di una galera dopo appena qualche settimana per colpa della "decorrenza termini" prevista dalla Convenzione europea d'estradizione.

Pino Scelsi, magistrato barese della Dda, ha osservato recentemente di fronte all'Antimafia: «Probabilmente occorre insistere attraverso i nostri organi istituzionali per una più stretta partecipazione delle autorità giudiziarie e di governo elleniche, al contrasto delle attività di contrabbando. Anche perché ci risulta che a queste attività, in Grecia potrebbero essere interessate organizzazioni criminali dell'Est europeo: non soltanto quelle che fanno capo al Montenegro, ma addirittura a mafie più lontane».

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