ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su La Repubblica Venerdì 17 maggio 2002

GOFFREDO DE MARCHIS


Aspre polemiche in consiglio dei ministri. Il Senatur attacca anche la Prestigiacomo

 

Berlusconi si infuria con Bossi "Basta figuracce prima del voto"


ROMA - È stato uno scontro a tutto campo e il campo è quello della Casa delle libertà. "A dieci giorni dalle elezioni non possiamo fare queste figure", si arrabbia il premier davanti ai ministri riuniti a Palazzo Chigi. Il problema esiste, il tema è di quelli esplosivi. Tanto da spingere Silvio Berlusconi ad ammettere in conferenza stampa le difficoltà sulla nuova legge per l'immigrazione. "Ho fatto rilevare che non può esserci un contrasto così nella maggioranza". Non ha gradito il tono usato da Umberto Bassi contro gli ex democristiani. "Umberto - gli dice in Consiglio dei ministri - quando non sei contento vieni a dirlo a me invece che ai giornali". E per tenere tutti buoni "condanna" anche i centristi dell'Udc: "Bisogna rispettare i patti".

Non provocare terremoti adesso. È questo l'imperativo categorico del premier che appare indirizzato soprattutto al senatùr. Salta anche un vertice dei leader convocato al Plebiscito. Passa, cioè, la linea del "non facciamoci del male", l'incontro slitta, fa sapere il portavoce Paolo Bonaluti. Il compromesso prende forma con il contributo di Giovanardi (che strapazza Bossi: "Grazie perle belle parole>'): non ci sarà la sanatoria nella Bossi-Fini, ma rispunterà in un provvedimento ad hoc che secondo Bruno Tabacci deve essere contestuale all approvazione della legge. Per evitare le espulsioni di extracomunitari che hanno già un lavoro. Un norma ancora da scrivere, certo, ma che il governo si è impegnato per varare, dopo il 26 maggio, forse addirittura con un decreto legge. Bossi capisce che il margine di manovra è ristretto, si accontenta di un voto iniziale sul suo disegno di legge. In aula viene respinta la pregiudiziale di costituzionalità. Ma non passa la proposta di cominciare le votazioni già la prossima settimana, in piena corsa per le amministrative. "Quella sarebbe la vera campagna elettorale, altro che girare per i paesini. Noi che biocchiamo i clandestini e la sinistra che li difende...", dice il leader leghista davanti all'alleato Giulio Tremonti che annuisce.

Bossi scatenato a parole. Rimprovera il ministro Stefania Prestigiacomo che presenta in consiglio un progetto sulla prostituzione. "Non appropriarti di una materia non tua, la competenza è di Maroni". Filosofeggia sulla strategia del governo: "Qui o si fanno le riforme o si fa l'assistenzialismo. Io vedo una deriva assistenzialista, da vecchia Dc, invece questo governo è liberista e federalista>'. Ma il compromesso lo penalizza e gli ex dc sono convinti di avergli giocato un bel tiro. "Finirà come sull'Europa", sorride il presidente dei deputati udc Volontè. Fini fa gli straordinari. Si apparta con Buttiglione e con altri. Alla Camera ci sono tutti: Bossi, Tremonti, Maroni, Mantovano. I colloqui tra i capigruppo sono continui. E alla fine della giornata Berlusconi va da Casini. Sotto traccia resta il veleno. Volontè dice del senatùr: "Ecco il barbaro". La Russa invece attacca Tabacci: "Mica difende i valori umanitari. Lo sappiamo bene, è il rappresentante di un certo mondo imprenditoriale che spinge per la regolarizzazione". I centristi restano sul chi vive e avvertono: "Fra il primo e il secondo turno il Parlamento funziona...". La partita non è finita.

vedi i precedenti interventi