ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su La Repubblica Venerdì 10 maggio 2002



 

"La Ue apra agli Immigrati"
Invito di Ciampi. Il Polo: impronte digitali a chi entra

 


AQUISGRANA - Ciampi contro "i rumori stridenti dell'euroscetticismo". Quelli di chi ancora accarezza "anacronistiche nostalgie nazionalistiche". Di chi se la prende sempre e comunque con gli immigrati. Estrema destra e dintorni. L'effetto Le Pen, ma anche il delitto Fortuyn, e certo leghismo di governo in Italia che assediano il futuro dell'Europa. La quale invece deve riuscire a trovare forza ed energie per passare "da alleanza tra Stati a vera unione" perché "o si avanza o si mette in pericolo ciò che si è già realizzato". Anche l'immigrazione misura il futuro dell'Europa. I singoli Stati dell'Unione, afferma Ciampi, possono "accogliere nuove presenze di cittadini immigrati". A patto che ciò awenga "nel rispetto delle culture d'origine" e nell'osservanza "degli ordinamenti dei paesi d'accoglienza" e "nello spirito e negli elementi unificanti delle radici cristiane e umanistiche della civiltà europea".

Vetrina delle grandi occasioni Aquisgrana, città-simbolo dove da dodici secoli riposano i resti di Carlo Magno, "l'uomo che pose le basi dell'Europa moderna". Si consegna il premio, appunto, Carlo Magno all'euro, per il contributo alla "comune identità europea". Ritira il suo governatore, Wim Duisenberg. A Ciampi è affidata l'orazione, la "laudatio" della moneta unica. Della quale però il Presidente parla pochissimo, tutto preso invece a lodare il rilancio dell'Europa, governata da un "più largo ricorso al voto a maggioranza qualificata", avviata verso una "federazione di Stati nazione, sintesi originale e dinamica fra unione di Stati e stato federale". Il rito si compie nella sala dell'Incoronazione, a Palazzo Municipale, dove il giorno di Natale di 1200 anni fa Carlo Magno divenne re.

Parla d'Europa all'Europa, il Presidente. Rivolto anche a quei settori di governo di Roma dove nidificano europeisti di facciata. Ad altri (Bossi compreso) va una rinfrescata storica. Col ricordo dell'inizio dell'avventura europea, quando fu applicato il "principio-guida della limitazione delle sovranità popolari a favore di istituzioni comuni" chiamate a "sovranità condivise". Questo principio, spiega, "rimane essenziale per far avanzare l'unificazione". Abbassare quindi la soglia delle sovranità nazionali alzando la soglia di quelle collettive.

Lontano dall'invito di Ciampi è il dibattito che ieri si svolgeva alla Camera sull'immigrazione. Il Polo ha proposto con un emendamento di Isabella Bertolini, forzista, relatrice alla Camera della legge Bossi-Fini sugli immigrati che siano prese impronte digitali di tutti gli stranieri che arrivano in Italia e chiedono o rinnovano il contratto di soggiorno. Il governo ha apprezzato, con le parole del sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano: "Si farà, la copertura finanziaria si trova". Dissenso netto da parte del centrosinistra, anche se la questione impronte digitali viene affrontata - in tutt'altra forma - dalla Margherita. Per i Dl le impronte andrebbero prese a tutti gli extracomunitari senza documenti, cosa che ora avviene ma non obbligatoriamente. Questa la via per Nicola Smisi, che ha presentato la proposta di modifica alla Fini-Bossi in questo senso, non quella che definisce "della schedatura discriminante". Sull'immigrazione tra i Poli è scontro. "La legge Fini-Bossi creerà più clandestini e meno sicurezza", attacca Francesco Rutelli convinto - come ha detto in un'intervista a Repubblica -della necessità di una politica di rigore e severità nei confronti degli illegali criminali. Il voto sulla nuova legge sull'immigrazione slitterà a giugno, a dopo le amministrative.


 

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