ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO Venerdì 31 maggio 2002


Gli investigatori sulle tracce dei conti del presidente del Montenegro. Scoppia un caso

 

È caccia al tesoro di Djukanovic ma la Farnesina smentisce Scelsi


 

«È tutta una montatura». L'avvocato Giuseppe Attolini, legale del boss del contrabbando internazionale di sigarette, Francesco Prudentino, non esita nel valutare la notizia dell'iscrizione del presidente montenegrino, Milo Djukanovic nel registro degli indagati della Dda di Bari.
«È soprattutto una cosa inesatta, nella parte che ho letto su alcuni quotidiani, secondo i quali Djukanovic sarebbe stato indagato a seguito delle dichiarazioni di Prudentino». L'avvocato Attolini metterebbe una mano su fuoco: «No, Prudentino non ne ha mai parlato. Non ho riscontrato la presenza di tali presunte affermazioni in alcun verbale, né in alcun atto processuale». Ma se "Ciccio la busta" decidesse di collaborare per ottenere un considerevole vantaggio giudiziario e, tra l'altro, per "salvare" i suoi beni? «Prudentino pentirsi? Lo escludo nella maniera più assoluta».

La Dda intanto sta verificando anche un'altra ipotesi: parte dei proventi del traffico, rastrellati in Montenegro, sarebbero stati inviati in Svizzera e a Cipro con aerei privati e la copertura del contrassegno diplomatico. In questi giorni, il pm Scelsi e gli uomini della Dia di Bari hanno avviato accertamenti e rogatorie per verificare le dichiarazioni rese dal testimone Srencko Kestner, che avrebbe accusato Djukanovic assieme ad alcuni collaboratori di giustizia. Kestner è uno degli 'uomini d'oro' dei Balcani perché negli anni '90 avrebbe commercializzato sigarette tra Albania, Kosovo, Serbia e Bosnia assieme al serbo Vladimir Bokan, detto 'Vanja' (ucciso nel 2000, in Grecia), titolare dell'unica licenza per l'importazione dei tabacchi in Montenegro. Nel '95 la licenza fu affidata dal governo montenegrino al cittadino svizzero Franco Della Torre, re europeo del contrabbando di sigarette. Delle indagini sul presidente montenegrino avviate dal pm Scelsi sono a conoscenza, per l'attività di coordinamento investigativo, la Dda di Napoli e la Dna. Nell'ambito di queste indagini il pm si è recato a Belgrado per compiere un interrogatorio; lì è stato raggiunto dal procuratore nazionale Piero Luigi Vigna che a Belgrado aveva altri impegni.

E dopo la diffusione della notizia, il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano (An), ricorda di aver scritto anche un libro sui percorsi del contrabbando: «Già allora - afferma - ricordavo come il Montenegro ospitasse latitanti italiani e organizzasse traffici illeciti. La situazione è rimasta tale fino al 2000. Il coinvolgimento del presidente Djukanovic? Non mi meraviglia, non è la prima volta che esponenti politici montenegrini sono indagati per fatti simili».

La Farnesina, d'altra parte, precisa di non essere stata interpellata sulla questione dell'immunità di Djukanovic. Né, si fa notare in ambienti del ministero degli Esteri, ha ricevuto alcuna comunicazione ufficiale circa i capi di accusa formulati dalla magistratura. In materia di immunità il governo italiano si attiene comunque rigorosamente alle convenzioni internazionali in vigore. Nei rapporti con il Montenegro, l'Italia ha seguito e continua a seguire la linea concordata in seno all'Unione Europea.

Il ministero degli Esteri montenegrino, infine, ha chiesto alle autorità di Roma spiegazioni «sulla presunta indagine a carico del presidente Milo Djukanovic». Lo ha detto all'agenzia Tanjug il cancelliere presidenziale Milan Rocen. «Finora - ha ribadito - non abbiamo avuto informazioni ufficiali da Roma e tutto è ancora avvolto dalle nebbie della speculazione, cosa non nuova per noi. Insinuazioni di questo tipo datano fin dal momento in cui Djukanovic si è staccato dall'ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic».


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