ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Nuovo Quotidiano di Puglia
(Sezione:       Pag.     16)
Venerdì 9 aprile 2004

 

La battaglia di Nassiriya Atterrati a Fiumicino e trasferiti nell'ospedale militare i due berdsglieri salentini in missione in Iraq

 

 Feriti, ma non abbattuti: «Pronto a tornare lì

Mantovano: «Sono l'orgoglio dell'Italia»


Sono atterrati l'altra notte, a Fiumicino, tre dei 12 bersaglieri feriti negli scontri a fuoco di Nassiriya, in Iraq, il 4 aprile nel corso di un attacco nei pressi della base italiana Libeccio. Tra loro, i due militari salentini, i caporalmaggiori Francesco Galati, di Surano, e Daniele Vadrucci, di Nociglia, feriti il primo da due schegge al piede destro e il secondo da alcuni frammenti di metallo alla gamba e al tallone di sinistra. Subito portati all' ospedale militare del Celio, a Roma, hanno già detto di voler tornare giù in Iraq: «Sono dovuto rientrare per questioni burocratiche», ha detto subito Vadrucci, con evidente riferimento alla necessità di dover essere curato. «Ma tornerò lì, a Nassiriya dove sono i miei colleghi. Se temo per loro? No sono tutti ragazzi addestrati e altamente professionali. Sanno quello che devono fare».

Ad attenderli all'aereoporto i familiari. Un abbraccio con loro, qualche rapido scambio di battute e poi il trasferimento in ospedale, dove sono stati seguiti anche da un èquipe di psicologi specializzati in attività di sostegno. Al Celio, poi, la visita del sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano. «Le loto parole - ha detto il rappresentante di governo - sono un grande esempio che si accompagna alla dignità e all'orgoglio con cui stanno affrontando un momento difficile. Loro sono l'orgoglio nazionale e se il nome dell'Italia è alto nel mondo è grazie alla testimonianza dei nostri militari, che è di solidarietà e di aiuto verso la popolazione e allo stesso tempo di difesa dagli attacchi di gente che non conosce limiti, mettendo anche i bambini davanti alle armi»


    

 

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