ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Il Quotidiano
(Sezione:     Pag.     )
Domenica 27 ottobre 2002

Ros.Tor.


Il caso Gaeta Il sottosegretario agli Interni spara a zero: "Un episodio gravissimo il cambio di verdetto, anche per la sicurezza pubblica"

 

"Ma quel giudice va cacciato"


 

La notizia. Le accuse. La polemica. Il caso raddoppia e sul giudice Vittorio Gaeta, presi ente del Riesame di Lecce sotto inchiesta in Procura, a Potenza, e al Csm, è bufera. In discussione un'ordinanza da lui firmata: stravolgendo l'esito della camera di consiglio e ignorando il no opposto da due colleghe, ha firmato la scarcerazione di Ilde Saponaro, la moglie del boss di Campi Salentina Gianni De Tommasi arrestata per associazione mafiosa. "Un equivoco", è stata la sua difesa davanti, al Csrn. "Ma quel giudice va cacciato, sia per quanto e avvenuto sia per i risvolti in termini di sicurezza pubblica", tuona ora il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano.

"E una questione di cui parlo con disagio - dice l'esponente politico -' perché ne ero a conoscenza da tempo come tanti a Lecce, dove non c'è nulla che succeda e resti riservato. Speravo che intervenisse per tempo una sorta di autotutela da parte della magistratura. Così non è stato. Ora è vero, come dice l'Associazione magistrati, che esistono accertamenti in corso da parte dell'autorità giudiziaria e del Csm. Però, leggendo Quotidiano, ho conosciuto anche le giustificazioni dell'interessato tramite i propri difensori, che confermano che il fatto c'è. Quindi è lecito parlarne".

Giudice per 13 anni, Mantovano ha trascorso gli ultimi 8 nella prima sezione penale del Tribunale di Lecce, chiamata anche periodicamente a rivestire il ruolo di Riesame. "Alla luce di questo -spie~ail sottosegretario - dico che il fatto in sé e di una gravità eccezionale. Alterare la volontà che si è formata in camera di consiglio è una delle cose peggiori. Quello è il momento culminante del processo, quando la decisione si forma con la rilettura degli atti e dal confronto delle opinioni. La volontà, quando è compiuta, ha un carattere sacrale. E il primo dovere di chi ha un'opinione di minoranza è quello di rispettare questa sacralità".

I fatti nel caso della donna di Campi sono andati diversamente (e si vedrà perché e se per un equivoco a cui bisogna distinguere: se lo si è fatto dolosa-mente, l'episodio è così grave che l'unica soluzione è l'estromissione di chi ha alterato la volontà del collegio. Se c'è stata incomprensione, invece, oltre all'estro- missione bisognerebbe avviare anche un procedimento di interdizione, perché non è possibile che in una camera di consiglio non si capisca cosa dicono due colleghe, peraltro su una vicenda processuale di particolare importanza qual è quella che ha interessato Ilde Saponaro. E ovvio che tutto ciò che dovesse derivare in termini di alterazione della sicurezza pubblica dalla libertà di circolazione di alcuni indagati ricade in pieno su chi ha preso non una decisione sbagliata, ma ha alterato una decisione già presa".

Mantovano fa il caso dell'amministratore infedele di una società, in genere estromesso o destinato ad altro incarico. "E il secondo aspetto di notevole gravità è propio questo: il fatto o è di fine giugno, la denuncia è immediatamente successiva. Dopo quattro mesi il magistrato in questione continua a fare il giudice. Che poi l'abbia fatto ancora proprio ne Riesame è un'aggravante. Facciamo un altro esempio? Il carabiniere che scrive un verbale diverso dalla realtà: non resta un'ora in più nell' Arma".

Criteri di autotutela che evidentemente non valgono nella ma~gistratura, attacca il politico. "E grave in sé. Ed è grave per la sfiducia della gente, che. si assottiglia proprio per fatti di questo genere. Credo di essere conosciuto come la persona che nel centrodestra ha sempre cercato il dialogo con tutte le componenti della magistratura. Attenzione, non ci devono essere generalizzazioni: ci sono tanti magistrati preparati che lavorano bene e sì sacrificano, in tutt'Italia e a Lecce. E assurdo che corrano il rischio di essere messi sullo stesso piano di chi scrive nero invece di bianco.

Ma questo rischio di delegittimazione è concreto ed effettivo se da parte dei capi degli uffici non sì adottano provvedimenti significativi e se l'Anm non riesce a far altro se non una difesa corporativa. Non credo che questo episodio sia successo per caso. Si inserisce in un contesto dì cui rappresenta la vicenda più grave in assoluto. Se c'è un lassismo estremo da parte dei capi degli uffici, se l'Anm viene spalleggiata dalla Camera penale e non perde occasione per difese corporative anche di fronte a casi che meriterebbero interventi disciplinari, se accade tutto questo non ci sono freni alla tentazione di ritenere che ci si possa concedere qualsiasi licenza. Lo dico con dolore, da magistrato. Qui serve un risveglio di orgoglio".


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