Si parte, dunque. E il prologo nell'appuntamento che i vertici (quelli rimasti, a partire dal vicepresidente e responsabile facente funzioni Corrado Iurlano) hanno chiesto e ottenuto con il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano. Bisogna riprendere vecchi discorsi, far partire vecchi progetti, contro l'usura e contro il racket innanzitutto, argomenti verso i quali la categoria ha sempre dimostrato grandissima, sensibilità. E che pure erano stati discussi nei minimi dettagli in un passato neppure tanto lontano, quando proprio il presidente - Corigliano, appunto - salì il palazzo di governo per discutere di emergenze e strategie con i vertici dello Stato. Altri tempi. Ora si riparte. Con altri auspici. Con identica urgenza.

Il futuro della Confcommercio, nel dopo-Corigliano, comincia giovedì mattina, alle 9.30, nella sede della confederazione, in via Cicolella. L'ultimo presidente ha presentato le dimissioni: travolto dallo scandolo e da un'inchiesta giudiziaria che l'ha portato in cella, per fatti che nulla hanno da spartire con la Confcommercio e che gli valgono le accuse di associazione per delinquere finalizzata all'usura, riciclaggio ed esercizio abusivo dell'attività bancaria, Roberto Corigliano, arrestato a fine gennaio, ha gettato la spugna, E ora si riaprono i giochi: bisogna rinnovare tutte le cariche sociali, ricostituire una giunta, eleggere un nuovo presidente e spazzare via, quanto prima possibile, tutte quelle ombre che si erano addensate sugli uffici di via Cicolella, travolti loro malgrado di riflesso dalle presunte malefatte private del suo (ex) presidente.