ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su Il Quotidiano della Calabria
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Mercoledì, 20 ottobre 2004

Marco Iaria

A Roma è stato tracciato il bilancio del Programma nazionale di asilo

 

 Comuni solidali con i rifugiati

Badolato, Isola Capo Rizzuto e Riace in prima fila


 

Badolato, Isola di Capo Rizzuto e Riace in prima linea nell'assistenza ai rifugiati ed a quanti chiedono asilo politico.
I tre comuni calabresi sono tra i protagonisti del Programma nazionale di asilo, nato nel 2000 da una partnership tra il ministero dell'Interno, l'Anci (l'associazione dei comuni italiani) e l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati. Il bilancio dell'iniziativa è stato presentato ieri mattina a Roma alla presenza del presidente Anci, Leonardo Domenici, del sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, del delegato ad interim dell'Acnur in Italia, Michele Manca di Nissa, e del capo missione Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) in Italia, Peter Schatzer. Si tratta di un modello di governance che contiene caratteri di novità e originalità, in quanto decentra agli enti locali i servizi di assistenza e tutela per quelle persone perseguitate per motivi politici, religiosi o etnici.

Il Programma nazionale di asilo, nel 2002, è stato riconosciuto ufficialmente dalla legge Bossi-Fini, che ha inoltre istituito il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo. Dal 1 luglio 2001 ad oggi, sono circa cinquemila le persone accolte negli attuali 2240 posti messi a disposizione dai duecento comuni coinvolti. Negli ultimi anni si è assistito ad un ridimensionamento del flusso migratorio proveniente dai paesi dell'Europa dell'Est, a favore di nazioni africane come la Somalia, l'Etiopia, l'Eritrea, la Liberia, la Nigeria e il Sudan. C'è una netta maggioranza di uomini (68% rispetto al 32% di donne) ed una presenza significativa di minori (26%): la validità di questo programma è confermata dall'alto numero di persone (il 35%) che ormai sono integrate nel territorio. Ovviamente non ci sono soltanto note liete.

Sia il presidente dell'Anci che il delegato italiano dell'agenzia dell'Onu hanno rimarcato i fattori di criticità che impediscono all'Italia di uscire definitivamente dalla fase di emergenza. "Innanzitutto ­ ha spiegato Michele Manca di Nissa ­ manca un quadro giuridico entro cui il programma possa muoversi con maggiore incisività. Serve una legge organica che risponda ai parametri della comunità europea". Il testo unificato in materia di asilo è in discussione alla Camera dei deputati e la Corte dei Conti sta esaminando il regolamento di attuazione della Bossi-Fini: "speriamo che entro pochi giorni ­ ha detto Mantovano ­ possa essere varato il regolamento, in modo da aumentare l'offerta e migliorare i servizi".

Per il futuro si punta alla creazione di centri di identificazione dei richiedenti asilo, da affiancare ai già esistenti centri di permanenza temporanea riservati ai clandestini. Diminuiranno i tempi di attesa per chi ha inoltrato la domanda d'asilo, con l'insediamento di sette commissioni, in maggioranza al Sud. Domenici chiede infine un incremento dei contributi (annualmente il fondo dispone di 5.16 milioni di euro) già a partire dalla prossima Finanziaria: "Solo così potremmo assicurare la continuità del piano d'intervento".


    

 

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