ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Il Nuovo
(Sezione:    Pag.     )
Domenica 19 Gennaio 2003

 

 

"Le manifestazioni dei magistrati? Una sceneggiata"

Il ministro dei rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, boccia le proteste delle toghe in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. Polemiche a Trieste tra Bordon e Antonione.


 

ROMA -''Manifestazioni penose come quelle di una parte dei magistrati non aiutano". Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, non è andata giù la "specie di goliardata'' - dei giudici che a Bologna, come nelle altre sedi, sono entrati con la copia della Costituzione in mano in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. "Questa contrapposizione, e lo dico da cittadino - ha spiegato Giovanardi - non riesco a capirla. Chi all' interno della magistratura, come chi aveva la Costituzione in mano, vuole sempre giocare allo scontro alla fine risulterà perdente agli occhi dei cittadini. Io sono qui con spirito costruttivo e di dialogo e quindi queste proteste così eclatanti non capisco a chi si debbano rivolgere".Riguardo alla separazione delle carriere il ministro: "C'è in tutta Europa, in Italia non c'è e ci sono magistrati favorevoli e magistrati contrari, non mi sembra una questione di rilevanza tale da accendere gli animi".

Ma il secondo passo, è l'accusa di molti magistrati, sarebbe la dipendenza del Pm dall'esecutivo: "E' una leggenda metropolitana - ribatte Giovanardi - proprio una falsità, una menzogna assoluta perché ci sono sistemi nei quali il Pm ha la sua autonomia e indipendenza anche se ha una carriera o una funzione diversa da chi giudica. E' uno spauracchio agitato a vuoto". Da Bologna vengono anche le parole dure, riguardo la situazione in cui versa il sistema giudiziario, del vicepresidente della Margherita Arturo Parisi: "Sconfortante: una cerimonia funebre per dar conto di una infinita agonia, con il processo che è ormai diventato un infinito gioco dell'oca nel quale possono vincere solo i ricchi. Una gragnuola di dati che documentano l'aggravamento che ci rifiutiamo di considerare irreparabile dell'amministrazione della giustizia a causa di una irresponsabile politica. E alla necessità di assicurare al processo una ragionevole durata, si è risposto con norme che per difendere gli interessi dei soliti pochi danneggiano tutti".

Il caso che si distingue è sicuramente quanto avvenuto a Trieste. Nel capoluogo giuliano il sottosegretario agli Esteri Roberto Antonione è uscito dall'aula della Corte d' Assise di Trieste insieme ad ltri esponenti di centrodestra tutti in segno di protesta contro l'intervento del senatore della Margherita Willer Bordon che - secondo gli stessi esponenti della Casa delle Libertà - aveva sostenuto che "in questo momento la democrazia in Italia è in pericolo". "Io non voglio enfatizzare la mia uscita dall' aula - ha spiegato Antonione - perché francamente darei troppo rilievo a una persona che si è dimostrata poco rispettosa di questa cerimonia e incapace di capire quale può essere il significato di eventi come questo. Come si fa a dire che nel nostro Paese la Costituzione non è tutelata? Questo è un attacco diretto al Capo dello Stato. La Costituzione - ha aggiunto Antonione - non è stata tutelata perché il Parlamento ha fatto leggi non costituzionali? Questa è un'affermazione che spero che Bordon possa chiarire. Se, invece, dovesse confermarla, sarebbe grave".

Bordon ha replicato: "E' quasi incomprensibile una reazione del genere. Io mi sono limitato a ricordare i problemi gravi della giustizia italiana: ho affrontato tra gli altri temi quello della ragionevole durata del processo, e l'Alta Corte di Giustizia Europea ha condannato ripetutamente l'Italia e ho ricordato tre principi costituzionali: l'obbligatorietà dell'azione penale, senza la quale evidentemente non ci sarebbe uno dei cardini della certezza del diritto della giustizia, l'autonomia e l'indipendenza della magistratura, che evidentemente qualcuno teme. Comincio a pensare davvero che a questo punto non è un problema di questo o quell'altro magistrato, ma che invece ci sia davvero la magistratura autonoma. Ovviamente, ho ricordato che in Italia, negli ultimi due anni, invece di fare le riforme di struttura fondamentale di questo Paese, il Governo e il Parlamento hanno fatto le leggi ad personam".

Il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano prova a fare il pontiere: "Mi auguro che siano alle spalle non solo le inaugurazioni ma anche le polemiche perché gli schieramenti contrapposti, più che ideologici sono in termini di conservazione o di riforma effettiva - poi ha aggiunto - C'è un partito che non vuole le riforme, che ha esponenti nei diversi schieramenti che si contrappongono e che ha modalità di espressione che sono quelle fortemente polemiche. C'è invece un partito che ha esponenti nell'uno e nell'altro schieramento - ha concluso - che vuole evitare le contrapposizioni frontali, porre sul tappeto i problemi, sia pure con impostazioni differenti, cercare la soluzione di questi problemi".


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