ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su il Nuovo
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Venerdì 17 ottobre 2003

 

 

Voto agli immigrati, An chiama il Polo

Presentata la proposta di legge del partito. Diritto di voto attivo e passivo per chi vive in Italia da almeno sei anni. La Russa: "I voti della Cdl siano determinanti". E ai Ds: "Non avremo una Turco-Fini".


ROMA - Non proprio uno sdegnato rifiuto, ma comunque una garbata presa di distanza. La disponibilità dei Ds (e di Massimo D’Alema in particolare) a convergere con Alleanza nazionale su un testo costituzionale che dia il voto agli extracomunitari non entusiasma affatto il partito di Gianfranco Fini. Che anzi, nel momento in cui presenta nel dettaglio la sua proposta di legge sull’argomento, tende piuttosto la mano ai fratelli-coltelli della Lega. Auspicando vivamente la convergenza di tutta la Casa delle libertà sul provvedimento.

''Non saremo noi a chiedere un obbligo, un vincolo di maggioranza, - ha affermato oggi in proposito Ignazio La Russa - ma l'auspicio è, visto che la maggioranza ha i numeri per approvare il testo, che anche senza questo vincolo la proposta passi con il voto determinante della Cdl''.

In sostanza un’implicita apertura al Carroccio. Al quale si fa capire che non c’è nessuna volontà di appoggiarsi ai voti dell’Ulivo per mettere in difficoltà un altro membro della maggioranza di centrodestra. Ma al quale si ribadisce anche che non si può interpretare la proposta di Fini come un attentato alla coalizione di governo.

“Questa proposta - sottolinea infatti in questo senso il capogruppo di An al Senato - non è nel programma di governo. Ma poiché anche in altri casi (penso all’indultino) ci sono state difformità di voto fra partiti del centrodestra su provvedimenti non inseriti nel programma di legislatura, non c’è motivo per vederla come un attentato alla stabilità dell’esecutivo”.

D’altronde sempre La Russa replica netto a chi gli fa sapere che D’alema oggi ha ipotizzato che un domani la legge che attribuisce diritto di voto agli immigrati potrebbe chiamarsi Turco-Fini e che lui non avrebbe difficoltà a votarla. ''Non vorrei mai essere sgarbato con la signora Turco, - afferma il coordinatore nazionale di An - ma una legge Turco-Fini non potrà esserci per il semplice fatto che la legge Turco-Napolitano e la Bossi-Fini sono due leggi opposte. La nostra si basa sul principio di una accoglienza vera''.

E in questo senso il coordinatore di An ha voluto evidenziare oggi come la maggior parte delle prerogative richieste dalla proposta del suo partito per consentire il voto agli extracomunitari ricalcano i requisiti per ottenere la carta di soggiorno proprio della Bossi-Fini.

I cittadini non comunitari interessati a votare per le elezioni amministrative italiane dovranno infatti vivere e lavorare regolarmente in Italia da almeno sei anni; avere un reddito in grado di sostentare sé stessi e la loro famiglia; e non essere stati rinviati a giudizio per reati che prevedono l’arresto obbligatorio o facoltativo. Ma la proposta di modifica costituzionale presentata oggi da Alleanza nazionale prevede anche che lo straniero non-Ue che vorrà partecipare al voto potrà farlo in effetti sia come elettore che come candidato; ma dovrà in ogni caso farne richiesta specifica e “impegnarsi contestualmente a rispettare i principi fondamentali della costituzione italiana”.

Alla fine dunque An ha messo nero su bianco quell’idea che Gianfranco Fini aveva buttato lì dieci giorni fa e che poi ha fatto discutere animatamente sia la maggioranza che l’opposizione. E lo ha fatto attraverso un testo che prevede di aggiungere all’attuale articolo 48 della Costituzione un “bis” con tutte le definizioni sopra citate. Quanto poi il partito del vicepremier creda nella propria iniziativa lo dimostra lo schieramento che ha presentato il documento alla stampa. A parte lo stesso Fini (impegnato in una visita di Stato all’estero) c’erano infatti praticamente tutti i vertici del partito. Dal coordinatore nazionale Ignazio La Russa, ai presidenti dei gruppi parlamentari Domenico Nania (Senato) e Gianfranco Anedda (Camera), dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Alfredo Mantovano, al responsabile immigrazione Giampaolo Landi di Chiavenna.

D’altro canto si tratta di tutti quegli stessi parlamentari che si accingono a sottoscrivere la proposta di legge che verrà presentata a Montecitorio al più tardi domani. “Proprio per far capire che An - afferma La Russa - crede fermamente in un’iniziativa che si aggancia direttamente alla legge Bossi-Fini sull’immigrazione”.

Intanto l'ufficio di presidenza della commissione Affari Costituzionali di Montecitorio ha stabilito che le proposte di legge che concedono il voto agli immigrati (sia di maggioranza che d’opposizione) inizieranno il loro iter alla Camera a novembre. Giovedì prossimo arriverà il calendario nel dettaglio e la decisione su chi sarà il relatore.


    

 

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