ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su QN
La Nazione Il Giorno Il Resto del Carlino

(Sezione: La Nazione   Pag.   5  )
Giovedì 17 ottobre 2002




Allarme del capo della polizia «Temiamo contestazioni interne»


 

C'è il rischio di contestazioni interne al Social forum. Una sparuta minoranza potrebbe avere interesse a compiere azioni violente, anche contro la maggioranza pacifica». L'allarme viene da una fonte autorevole: il capo della polizia, Gianni de Gennaro. Ascoltato ieri dal Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, presieduto dall'ex ministro Enzo Bianco. Proprio Bianco ha rivelato le preoccupazioni di chi ha letto le relazioni riservate che parlano dell'arrivo di gruppi violenti, soprattutto dall'estero.

Forse è per questo che il governo sta ancora valutando la possibilità di sospendere, dal 3 al 15 novembre, gli effetti del trattato di Schengen sulla libera circolazione. Una decisione definitiva ancora non c'è. E probabilmente non verrà fuori nemmeno stasera, quando il sottosegretario agli interni, Mantovano, risponderà in aula all'interrogazione urgente di Grazia Mascia (Rifondazione). L'ipotesi, comunque, sembra ora meno sicura rispetto a qualche giorno fa. Bianco ha accennato a 150 mila partecipanti al corteo contro la guerra di sabato 9 novembre e di rinforzi di 2.500-3.000 persone fra agenti e carabinieri. Con una «efficace capacità di contenimento» di eventuali disordini. Perché, come ha sottolineato Bianco, «per Firenze ci possono essere dei rischi, ma del tutto diversi da quelli del G8 di Genova».
I black bloc? «Non ci sono notizie: ma loro non si annunciano: arrivano e basta».
Se non sospenderà il tratto di Schengen, il governo sceglierà altre forme di controllo. Una parola definitiva la pronuncerà il ministro Pisanu martedì 22, quando risponderà a Montecitorio all'interpellanza di Vannino Chiti, già presidente della Regione e ora alto esponente della segreteria nazionale diessina.

Intanto gli organizzatori del Social forum restano sull'Aventino. Nel senso che non hanno ancora chiesto la riapertura del tavolo in prefettura. Vittorio Agnoletto tace. Sarà a Firenze sabato, per il convegno di Attack.
E nemmeno il prefetto Serra fa anticipazioni. Ieri sera ha festeggiato in famiglia il sessantunesimo compleanno. Smentendo categoricamente di aver dato un ultimatum di tre giorni agli organizzatori del meeting, pena la cancellazione del Social forum. Del resto, non poteva essere vero: il prefetto non ha poteri di veto. Se non dietro indicazioni ministeriali, che in questo momento sembrano quantomeno premature.

Tuttavia, il «fantasma» dello stop al trattato di Schengen si agita ancora nel Social forum: tanto da far pensare a un ridimensionamento della manifestazione, se davvero alle frontiere dovessero essere applicati criteri rigidi per l'ingresso in Italia. Che tipo di ridimensionamento? Si sussurra: almeno trenta-quaranta per cento di partecipanti in meno. «Abbiamo speso un mucchio di soldi per i visti di chi viene dalla Russia e dai Balcani», spiega Bruno Paladini, del comitato organizzatore fiorentino. Che prosegue: «Gli ingressi sono stati calcolati in base alle facilitazioni, di tempo e di denaro, previste da Schengen. Si rischia di far saltare ogni previsione. Come si fa a organizzare un raduno europeo chiudendo, contemporaneamente, le frontiere? Posso capire per Genova: avevamo annunciato cortei contro gli otto grandi e la violazione della zona rossa. Ma qui saremo noi i protagonisti». Di poche parole Martini, presidente della Regione, l'uomo che ha aperto Firenze al Social forum: «Spero che entro lunedì si riapra il tavolo in prefettura». Anche per lui il tempo stringe.


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