ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:   ECONOMIA         Pag.   9   )
Domenica 25 gennaio 2004

Salvatore Avitabile

 

Omfesa: «Senza commesse si chiude»

Il direttore De Leo : per dare lavoro a tutti servono ordini per 12 milioni, Trenitalia ci ha tradito

 


LECCE - Al sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, ieri pomeriggio nel Comune di Trepuzzi gli operai e i sindacalisti di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil hanno manifestato tutta la propria rabbia e disperazione. "I cancelli sono chiusi, non è così che si rilancia la fabbrica", hanno detto. L'Omfesa, l'azienda metalmeccanica di Trepuzzi che si occupa della riparazione e ristrutturazione di carrozze e carri ferroviari per conto di Trenitalia, è ormal al collasso. Le "commesse" non arrivano, i due appalti ottenuti consentono all'azienda, di proprietà dell'imprenditore Giovanni Pacchioni di Mantova, di dare una possibilità occupazionale a soli 20 operai. Gli altri 172 sono in cig fino al 28 giugno 2005. Così i sindacati e gli operai hanno chiesto a Mantovano un ultimo disperato tentativo sull'azienda.

Il sottosegretario chiederà al prefetto di Lecce, Gianfranco Casilli, di convocare anche il proprietario dell'azienda, Giovanni Pacchioni, al vertice sulle sorti dell'Omfesa organizzato per domani in prefettura, alle ore 16.30, con i parlamentari salentini. "Pacchioni ci deve dire cosa vuole fare per salvaguardare i posti di lavoro", dicono i sindacalisti. La situazione è gravissima.

Ed è lo. stesso direttore generale dell'Omfesa (è anche assessore della giunta di Adriana Poli Bortone ed esponente dell'Udc), Ennio De Leo, a illustrarla. "Per consentire a tutti e 190 operai di lavorare occorrono commesse per 12 milioni di euro. Non ci sono, non possiamo farci nulla. L'azienda ha fatto la sua parte ma Trenitalia non ci dà appalti", dice. E poi aggiunge: "Con il piano di impresa siamo andati avanti, abbiamo comprato i banchi prova per la riconversione ma abbiamo vinto solo due gare d'appalto, una per la ristrutturazione di 80 carrozze per 2 milioni e 450mila euo e un'altra per la demilizione di 300 carri. Quest'ultima l'abbiamo vinto con una ditta di Bari, avremo non più di 400mila euro. E con questi due appalti siamo in grado di far lavorare non più di 20 operai. La fabbrica chiusa? Non è cosi, l'azienda sta revisionando dei carri per l'Ilva e 20 carrozze per Trenitalia". De Leo attacca Trenitalia ei parlamentari salentini del centrosinistra.

Dice: "Le commesse che ci aspettavamo da Trenitalia non sono arrivate. Se qualcuno pensa che la fabbrica debba essere ridimensionata su 20 lavoratori, allora vuoi dire che ridisegneremo l'azienda su questo personale e per un volume di affari di 4 milioni di euro l'anno. Dai parlamentari lunedì (domani per chi legge, ndr) in prefettura mi aspetto iniziative concrete. Creano solo allarmismi, parlano ogni sei mesi senza sapere le cose. Credono che la mia sia una nomina politica ma non è così". Anche 11 consorzio di imprese, voluto dalla Ferro Sud di Matera per contrastare il "cartello" del nord, non è ancora decollato. "Non siamo ancora pronti, ma non è questo il problema: avremmo perso anche le ultime gare che sono state vinte dalla DB, le ferrovie tedesche. La DB ha capacità economiche anche per lavorare in perdita pur di entrare nel mercato italiano. Noi non possiamo entrare nel mercaton tedesco", aggiunge De Leo. Che così conclude: "Dell'agenzia regionale dei trasporti non ho saputo più nulla, con Raffaele Fitto ho parlato solo una volta, ma so che è un progetto che si farà nel 2005".

 

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