ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
(Sezione: LECCE    Pag.  5  )
Martedì 09 marzo 2004

Salvatore Avitabile

L' Assindustria disponibile a fare intervenire sue imprese. Avviate dal Comune le procedure per recuperare le spese di abbattimento

 

 Porto Cesareo, industriali pronti alle demolizioni

Il sindaco Fanizza: «Ora una sosta tecnica, per me Magno non si è ritirato». Domani vertice in prefettura


 

LECCE - Non si dice per niente preoccupato dell'annuniciata rinuncia dell'imprenditore Cosimo Magno a demolire le case abiusive a Porto Cesareo. «Ho letto sui giornali le dichiarazioni di Magno, ma io ufficialmente non so nulla. Non ha fatto alcun passo indietro, confido ancora nella ditta Magno», afferma il sindaco di Porto Cesareo, Luigi Fanizza. «Ma al prefetto non chiederò la protezione per Magno, lo faccia lui», aggiunge. Annuncia che per i prossimi quindici giorni a Porto Cesareo altre demolizioni non ce ne saranno. «Devo organizzare le acquisizioni, abbiamo bisogno di un periodo di tranquilità». E spiega che la sua assenza, sabato mattina al blitz di Torre Castiglione, non è stata polemica nei confronti del sottosegretario Mantovano. «Assolutamente no, nessuna polemica. Se uno è tranquillo con la coscienza può stare dove vuole».

Domani Luigi Fanizza parteciperà ad un nuovo vertice in prefettura. Ormai la macchina delle demolizioni è in piena fibrillazione. Ditta Magno permettendo, le ruspe raderanno al suolo tute le costruzioni abusive a Porto Cesareo. E dietro l'angolo, se Magno dovesse davvero farsi daparte, c'è già Assindustria pronta ad intervenire. L'architetto Sergio Goffredo, neo-presidente della sezione Costruttori, spiega che le imprese legate all'associazione potrebero anche intervenire a Porto Cesareo purchè ci siano i finanziamenti e lo Stato garantisca la protezione agli operai.

Dice: «Con la procura un anno fa abbiamo stipulato una dichiarazione di intenti per mettere a disposizione le imprese. Si parlava di sentenze passate in giudicato e di scheletri da demolire ma non di abitazioni. A Porto Cesareo si è proceduto a trattativa privata, il Comune ha stipulato un accordo direttamente con la ditta. Ma ora non è escluso che possa intervenire la prefettura. Noi siamo pronti ad intervenire, l'elenco dell'imprese non è stato ancora consegnato ma comprende ditte di Lecce, Brindisi e Taranto. La nostra disponibilità però ha bisogno di due certezze: i finanziamenti per le demolizioni e garanzie per l'incolumità degli operai e delle ruspe». La disponibilità degli industriali si aggiunge a quella annunciata da Francesco Scupola e Luigi Budano, leader dell'associazione contro la cultura socio-mafiosa con sede a Trepuzzi. «Se Magno rinuncia, simo pronti a demolire noi quelle case abusive a Porto Cesareo», hanno detto.

Fanizza si è detto contento della disponibilità di Assindustria. «Per me la ditta per le demolizioni resta la Magno, se dovesse rifiuitare poi vedremo», prosegue. E annuncia che il Comune ha avviato le procedure per il recupero delle spese per le demolizini dagli stessi proprietari delle costruzini abusive. «Ma so che sarà diffcile, anche 20 anni fa il Comune tentò questa strada ma non ottenne risultati». L'avvocato Pietro Quinto, legale del Comune, spiega però che tecnicamente la procedura potrebbe avere successo. «Il recupero coattivo è possibile perchè a latere dell'ordinanza di demolizione ci può essere una per la liquidazione delle spese. È prevista da una legge del 1910. Certo, il destinatario può fare opposizione ma, una volta divenuto esecutivo il provvedimento, il Comune può pignorare i beni mobiliari dell'abusivo. I tempi? Tutto si potrebbe risolvere entro tre mesi».

Ma quell del recuoero coatto resta, a dire di Quinto, una soluzione tampone. Conclude: «L'abusivismo edilizio si combatte demolendo subito le case. E l'articolo 4 della legge 47/85, con l'articolo 32 della nuova legge, consente alle ruspe del Comune di demolire una casa cinque minuti dopo il sequestro. A Porto Cesareo questo lavoro lo potrebbe fare anche Magno».


    

 

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