ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:  IN PRIMO PIANO  Pag.  3  )
Domenica 29 febbraio 2004

Salvatore Avitabile

LA REPLICA

Il presidente:«Pronto a restituire i soldi»


 

LECCE - Ad Alfredo Mantovano risponde in modo semplice ma fermo. «Confermo la mia stima al sottosegretario ma resto profondamente dispiaciuto per le parole che ha utilizzato nei miei confronti senza aver letto l’interà documentazione». E fa capire che non ha alcuna intenzione di dimettersi. Plaude alla prudenza di Raffaele Baldassarre ma attacca chi in queste ore, nella sua stessa coalizione, lo ha già condannato. «Baldassarre? Prendo atto con soddisfazione delle sue parole. Nello spirito di più assoluta garanzia e serietà che lo contraddistingue ha ritenuto giustamente doveroso analizzare innanzitutto i fatti in maniera dettagliata e cicostanzata e di ascoltarmi prima ancora di emettere sentenze inappellabili come altri purtroppo hanno fatto».

Il «day after» di Stefano Ciardo è cominciato ieri di buon ora con un insulto («Ciardo ricotta a Milano») disegnato con vernice rossa sulle pareti esterni di Palazzo Carafa. «Sono andato al Comune e non me ne sono accorto. L’ho saputo dal giornalisti», afferma il presidente del con- siglio comunale che si dice sereno e tranquillo che per ragioni di opportunità, ha disertato il congresso provinciale di Forza Italia. Dice di essere pronto a re- stituire al Comune i soldi della nota spesa. «Lo farò appena me li richiederanno». E racconta di aver avuto un incontro fugace al Comune con la sindaca Adriana Poli Bortone. «L’ho vista tranquilla con me ed anch’io sono tranquillo e sereno», aggiunge. Ma lei, la sindaca di Lecce, sul caso-Ciardo è furente tanto che ieri mattina, durante una conferenza stampa a Palazzo Carafa, si è rifiutata di rispondere alla domanda di un giornalista reagendo con durezza e fermezza.

Nel frattempo il presidente del consiglio comunale ha accusato i Ds e ritenuto che in queste ore «c’è stato un grave e morboso attacco alla mia persona. Le notizie diffuse in questi giorni, per la veemenza dei toni assunti, mi fanno riflettere sulle finalità di questo strano intreccio politico». E ancora: «Per il caso della Bit si è anche parlato di fatture false e gonfiate. Ciò è di inaudità gravità. Si è voluto maliziosa-mente denigrare la mia immagine, fa- cendo intendere che erano state allegate fatture per laute colazioni, chè non si sarebbero potute consumare in· considerazione deila partenza da Mliano, il 16 febbralo alle 13.30. Ciò al solo fine di ingenerare neli’opinione pubblica l’inevitabile sospetto di un pranzo mal consumato: chi ha l’ardire di giudicare e trarre facili conclusioni non ènelle condizioni neppure di leggere in modo elementare le carte».

Per Ciardo, dunque, «le ricevute fiscali del 16 febbraio recano l’orario notturno ed ovviamente, avendo noi cenato la sera del 15 febbraio, superata mezzanotte, viene stampata la data del 16. Se l’indagine inquisitoria fosse stata più oculata già si sarebbe evitato di divulgare in modo distorto all’opinione pubblica una presunta falsificazione di documentazione che non è mal avvenuta. Ma vi è di più: si tenta di far capire che per le cene di due persone è stata fatta richiesta di rimborso per ogni cena per quattro persone e, quindi, con il chiaro intento di aver voluto gonfia re spese inesistenti». E conclude: «Ho sin dall’inizio detto che alle due cene hanno preso parte due operatori economici in teressati a progetti con il Comuner di Lecce e quindi per quanto mi consta rien tranti tra le spese di rappresentanza. Le stanze d’albergo presso cui io e Cannone alloggiavamo erano intercomunicanti e si trattava di doppia ad uso singola, e non di semplice doppia come si è voluto far intendere, quasi si fosse in compagnia di altre persone estranee. Tra l’altro l’intercomunicanza con la camera di Cannone ha determinato un errore neli’addebito di alcune voci di spesa dallo stesso non effettuate. Considero che mal alcun falso èstato commesse, ciò era ed è verifica-bile, mal alcuna fattura è stata gonfiata, nè precostituita ali’uopo, come si tenta di far credere. Vi è l’intento di stabilizzare la mia persona con un attacco personale dalla dubbia moralità. Si vuole immolare una figura istituzionale, la mia, arrivando addirittura a gridare alla richiesta delle mie dimissioni, probabilmente perchè la mia presenza di persona partecipe alle attività istituzionali e sempre in prima linea forse crea disagi al più». S.A.


    

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