ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Messaggero Veneto Venerdì 19 aprile 2002



 

Centro-destra diviso su colf e badanti
La Lega contro i cattolici della Cdl: soltanto una sanatoria anche se c’è bisogno di due persone


ROMA – La Casa delle libertà si spacca sull’immigrazione. Al grido: «O colf o badanti», la Lega va allo scontro duro con Ccd e Udc, l’ala cattolica del polo. Sulle badanti, vale a dire le persone che si occupano dell’assistenza agli infermi o agli anziani all’interno della famiglia, ha presentato un emendamento in cui esclude la possibilità di regolarizzare più di un badante, anche nei casi in cui sia necessaria una assistenza sulle 24 ore, che non può essere affidata ad una sola persona. Per le colf il paletto leghista è ancora più duro: nessun aiuto alle casalinghe, o a chi svolge il proprio lavoro in casa, a meno che non abbia superato i 65 anni. La colf può essere assunta solo nel caso in cui entrambi i coniugi lavorano fuori casa. E infine il diktat: bisogna scegliere, o la colf o la badante.

Ccd e Udc insorgono. L’approvazione dell’emendamento farebbe venir meno il sostegno all’intero disegno di legge, dice il Ccd. E’ un emendamento «vergognoso», una «operazione cinica», rincara Luca Volontè dell’Udc. O si ritira o su questo provvedimento l’accordo di maggioranza salta. Invece a saltare sono i nervi di Isabella Bertolini, di Forza Italia, relatrice in commissione Affari costituzionali alla Camera, che si toglie qualche sassolino dalla scarpa: «La politica dei veti e delle minacce di abbandonare la maggioranza – sbotta – lascia il tempo che trova. La maggioranza non è un autobus da cui si sale e si scende a seconda della convenienza. Il punto d’incontro deve essere complessivo, sull’intero provvedimento». «Piuttosto – aggiunge, rivelando la distanza tra mezzi e intenzioni – serve che il governo dia una copertura finanziaria adeguata alla legge, altrimenti essa sarà vanificata».

La reprimenda non piace al Ccd, che respinge l’immagine della «maggioranza-autobus» dalla quale «si sale e si scende a seconda della convenienza» e l’accenno a «veti o ricatti». C’era un buon accordo, ribadisce. Se viene meno, viene meno anche il nostro sostegno. Contemporaneamente, sulle legge Fini-Bossi si apre un nuovo fronte di scontro, stavolta con le opposizioni che avevano chiesto, assieme ad Amnesty international e all’Acnur, l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati, lo stralcio dal disegno di legge delle norme sul diritto d’asilo.

Nessuno stralcio, è andato a dire in commissione a nome del governo il sottosegretario all’interno Alfredo Mantovano. In cambio, i due articoli che riguardano il diritto d’asilo subirebbero modifiche: invece dell’equiparazione allo straniero irregolare e il rimpatrio, il governo concederebbe 15 giorni di tempo, rimanendo in un Centro di permanenza, per proporre ricorso. Rinviata a un secondo tempo una legge organica sul diritto d’asilo, già in vigore in tutti gli altri Paesi europei. A rincarare la posizione della maggioranza Roberto Calderoli, vice presidente del Senato e coordinatore delle segreterie nazionali della Lega, che ha contestato la proposta dell’alto commissario dell’Onu Ruud Lubbers di un sistema comune in tutta Europa per l’immigrazione. Durissime le repliche delle opposizioni. La consegna degli emendamenti slitta a lunedì. Martedì e mercoledì la discussione generale.

 

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