ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Il Messaggero Venerdì 19 aprile 2002

di ANNA MARIA SERSALE

Alla Camera sale la tensione dopo la presentazione di un emendamento: non più di un assistente a famiglia

 

Immigrati, è scontro sulle ”badanti”
Maggioranza divisa sul tetto alle regolarizzazioni.
L’Udc: non voteremo la legge


 

ROMA - Maggioranza divisa sulla sanatoria delle "badanti" prevista nel disegno di legge sull'immigrazione. Sono tre i punti di frizione: 1)l’ipotesi di un tetto alla regolarizzazione degli stranieri utilizzati dalle famiglie per l’assistenza agli anziani e ai portatori di handicap; 2) la richiesta di una copertura finanziaria adeguata per «non vanificare» la legge; 3) l’opposizione contesta il rifiuto del governo di stralciare la normativa sul diritto d’asilo.

La tensione è salita dopo la presentazione di un emendamento che propone di limitare il numero delle regolarizzazioni: non più di una "badante a famiglia". La relatrice del disegno di legge, Isabella Bertolini, deputata azzurra, ha formalizzato il principio dopo un lungo braccio di ferro. La Lega non accetta l’idea che la Bossi-Fini diventi in qualche modo una "sanatoria". Dal momento che, proprio di recente, sono lievitate le stime delle persone che con un contratto in tasca potrebbero richiedere e ottenere il permesso di soggiorno. Solo per le "colf" si parla di mezzo milione di donne, pronte a mettersi in fila per i documenti.

Lo scontro è tra il Ccd, una delle anime centriste del Polo, e le forze più estreme della Lega che spingono per mettere paletti al provvedimento. Forza Italia tenta una mediazione, per evitare spaccature difficili da ricomporre: «La politica dei veti e delle minacce di abbandonare la maggioranza - ha detto la Bertolini - lascia il tempo che trova. La coalizione di governo non è un autobus da cui si sale e si scende a seconda della convenienza. Stiamo facendo una delle leggi più attese dai cittadini, dai quali saremo giudicati al momento delle elezioni. Abbiamo l'obbligo morale di fare la migliore legge possibile. Il punto d’incontro deve essere complessivo, sull'intero provvedimento».

Ma i centristi osservano che le famiglie con malati e disabili ricorrono a due o tre "badanti" per coprire l'intero arco della giornata. Quindi non vanno posti limiti al numero di regolarizzazioni per famiglia. In fermento l’intera cordata dell’Udc (Ccd, Cdu e De uniti). I partiti Cristiano-democratici minacciano di non votare la Fini-Bossi se verrà introdotto il tetto. «Temo - ha detto il ministro Carlo Giovanardi, Ccd - che mettere in discussione una parte dell'accordo possa portare ogni gruppo parlamentare della maggioranza a rimettere in discussione anche tutti gli altri punti della legge che costituiscono nel complesso un equilibrio più che soddisfacente».

Poi, il «richiamo» della relatrice. Che ha incalzato dicendo: «Non accetteremo veti e ricatti». Anche le incertezze sugli stanziamenti contribuiscono a rallentare il percorso del provvedimento. Intanto il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, fa sapere che il governo sta effettuando un «monitoraggio» per indicare nel Dpef le risorse necessarie. Per coprire gli elevati costi della legge (serviranno anche 1500-2000 poliziotti in più) Giampaolo Landi di Chiavenna (An) propone di introdurre una "una tantum" di 250 euro per ciascuna regolarizzazione, che addirittura potrebbe essere estesa anche alle Case di riposo per anziani, per le quali si ipotizza un tetto di tre "badanti" per ciascuna struttura. Ma l’ipotesi del pagamento appare più remota: «Tradiremmo la finalità sociale della norma - sostiene ancora la relatrice - se facessimo pagare i costi alle famiglie. Se il fine della regolarizzazione fosse stato quello di ricavare soldi, l'avremmo concessa alle imprese».

 

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