ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
(Sezione:  PRIMO PIANO   Pag.     )
Lunedì 13 Gennaio 2003

di ALBERTO GENTILI

IL RETROSCENA

Il sospetto di An: «Vedrete, alla fine spunterà fuori anche l’amnistia»


 

ROMA - «Nessuno me l’ha detto chiaramente. Anzi, per ora è poco più di un sospetto, un cogliere le voci e i sussurri e tirare le somme. Ma conosco i miei polli, I know my chicken, e credo che stiano progettando ben altro che l’indultino. La tentazione è fare l’accoppiata indulto-più-amnistia». Ignazio La Russa, presidente dei deputati di An, si liscia il pizzetto e non aggiunge altro. Ma da qualche ora, da quando il presidente forzista della commissione Giustizia di Montecitorio, Gaetano Pecorella, ha fatto sapere che è pronta (o quasi) una proposta per l’indulto, Alleanza nazionale ha alzato le antenne. E’ in stato di allerta. E non c’è solo l’annuncio di Pecorella. «Varare l’ambo indulto e amnistia sarebbe realizzare un provvedimento nel solco della tradizione», afferma il sottosegretario Alfredo Mantovano, esperto di giustizia di An, «tutte le volte che c’è stato un indulto, c’è sempre stata anche l’amnistia. Tanto più che i tifosi dell’indultino stanno scoprendo, giorno dopo giorno, che la loro creatura è tecnicamente e giuridicamente un pasticcio».

L’alzata di scudi del partito di Gianfranco Fini, il più contrario all’atto di clemenza invocato dal Papa, non è figlia soltanto di un eccesso di prudenza. C’è la Lega che boccia l’indultino, ma non l’amnistia, soprattutto se connessa ai reati d’opinione: il tallone d’Achille (giudiziario) di Umberto Bossi. C’è l’ala garantista di Forza Italia che stapperebbe champagne se riuscisse l’accoppiata. «Per ora capto soltanto segnali di fumo, ma se si concretizzasse qualcosa di serio, dovremmo avere il coraggio per chiudere una pagina di storia e aprirne un’altra», teorizza Peppino Gargani. E afferma Iole Santelli, vice-Guardasigilli: «E’ difficile raccogliere una maggioranza dei due-terzi in Parlamento su un tema così delicato. Ma se si andasse oltre alla motivazioni buoniste, se l’atto di clemenza fosse qualcosa di più di una resa di fronte all’incapacità di risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri...Beh, allora si potrebbe parlare sia di indulto, che di amnistia. Ma solo per chiudere un’epoca e per battezzarne una nuova».

Insomma, Forza Italia non chiude la porta. Anzi. E neppure l’Udc di Marco Follini, molto attenta all’appello del Pontefice. Ma, come dice Santelli, una maggioranza dei due-terzi (415 deputati) non si trova tutti i giorni. «Tanto più», dicono in via del Plebiscito, «che l’apertura dei Ds, con la Finocchiaro, a favore dell’indulto, potrebbe essere un espediente per affossare l’indultino. Perché se viene bocciato il primo, sarà poi gioco facile eliminare il secondo...». «Resta il fatto», sostiene La Russa, «che c’è chi ci prova». E ci prova anche in barba alla totale assenza del clima politico giusto e a dispetto di un sondaggio commissionato da Berlusconi. Roba da far venire i brividi ai perdonisti: gli italiani - recita la ricerca - sono a stragrande maggioranza contrari alla scarcerazione dei detenuti. «Ma il Cavaliere l’ha accolto senza impressionarsi», garantiscono nel quartier generale di Forza Italia, «perché quel sondaggio ha raccolto un "no" sollecitato, svogliato. In realtà ai nostri cittadini di queste cose importa poco o nulla».


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