ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO Sabato 11 maggio 2002

di ANTONIO DE FLORIO

 

Mantovano: impronte digitali per tutti
Il sottosegretario all’Interno: prendiamo esempio da Germania e Gran Bretagna

 


ROMA - Impronte digitali sì, impronte digitali no per gli immigrati (Cofferati le definisce "insensate"). Il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano prova a mediare tra governo e opposizione. «L’orientamento - dice - è quello di arrivare a un sistema di indentificazione certo di tutti a prescindere dalle condizioni di italiano o di straniero. Come sulla carta di identità di ciascuno di noi c’è la fotografia non si capisce perché disponendo oggi di strumenti tecnici molto più precisi e meno falsificabili, come la rilevazione dell’iride e delle impronte digitali, ci si debba privare degli strumenti stessi. Già da tempo si parla di questo per la carta d’identità elettronica».

La sua posizione è vicina a quella del centro-sinistra...
«Io non so che cosa propone l’Ulivo: Cambursano dice una cosa, la Turco ne dice un’altra, Fassino ne dice un’altra ancora. Non so quale sia la posizione finale che terranno in parlamento».

Dunque impronte per tutti, altrimenti si rischia una bocciatura del provvedimento dalla Corte costituzionale...
«No, rischi di incostituzionalità non ce ne sono: vi è una bella differenza dal punto di vista della certezza dell’identificazione tra chi nasce nel territorio italiano, vi cresce ed è seguito da un punto di vista amministrativo dall’Anagrafe e chi, invece, viene da fuori e non sappiamo niente di lui».

Come si sono regolati gli altri paesi europei?
«La Germania si sta avviando su questa strada, così come la Gran Bretagna. È difficile fare una distinzione tra il clandestino e il regolare: la prospettiva di questo disegno di legge è di rilevare le impronte di tutti gli stranieri perché, come si sa, il regolare può diventare irregolare se al termine del contratto non trova un altro lavoro. Può magari restare con un documento falso che costituisce il presupposto per un falso permesso di soggiorno. Non ha senso dunque distinguere tra chi arriva regolarmente e chi no. È necessario un meccanismo di certezza per tutti».

Con le impronte?
«Certo. Ho qui davanti a me la rivista "Pc magazine" dove c’è un lungo articolo nel quale si spiega come la frontiera ultima dell’accesso tranquillo al proprio computer è rappresentato dall’impronta digitale. Perché è un elemento fisico non riproducibile».

Sulle quote di stranieri si prevede la possibilità, in base all’emendamento presentato da Landi (An), che in alcuni casi possano essere coperte da irregolari già presenti in Italia. Si va verso nuove sanatorie?
«Un discorso del genere non esiste. L’emendanento di Landi stabilisce che quando vi è necessità di un decreto flussi ulteriore vi è la facoltà del governo di provvedere. Sicuramente non può essere utilizzata per una sanatoria. La regolarizzazione riguarda solo ed esclusivamente la categoria arcinota delle colf e delle badanti».


 

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