ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
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Martedì 10 febbraio 2004

di MONICA FORLIVESI

Il ministero dell’Interno risponde all’interrogazione di Zaccheo presentata dopo lo scoppio dell’autobomba al Lido

«Criminalità, situazione allarmante»

Il Viminale: malavitosi da Sicilia, Calabria e Campania. Dagli appalti all’usura


 

Da Latina era partito l’estate scorsa l’allarme per l’innalzamento del livello della criminalità. Fu un boato al Lido, un’autobomba scoppiata a un passo dalla spiaggia, dalla gente, e la morte di un uomo, Ferdinando Di Silvio, ad “armare” la voce del sindaco Vincenzo Zaccheo che come parlamentare presentò un’interrogazione chiedendo al ministero dell’Interno quali provvedimenti intendesse assumere. Ora la risposta del Viminale, firmata dal sottosegretario Alfredo Mantovano.

Il Ministero sottolinea che a proposito dell’omicidio del 9 luglio e del tentato omicidio di Luca Troiani del 21 giugno «sono in corso ulteriori indagini da parte della Squadra Mobile per accertare eventuali collegamenti tra i fatti criminosi». Poi l’analisi: «A Latina effettivamente si registra la presenza di piccole formazioni delinquenziali autoctone dedite, perlopiù, ai reati contro il patrimonio e allo spaccio di stupefacenti, nonché di elementi malavitosi provenienti dalla Sicilia (in specie legati a Cosa nostra) e dalla Calabria, collegati a imprenditori locali interessati, soprattutto, al settore degli appalti pubblici». Poi parla di un gruppo malavitoso di etnia nomade, «attivo nelle estorsioni e nella pratica usuraria in danno di operatori commerciali locali, nonché nel traffico e nello spaccio di stupefacenti; attività illecite, queste ultime, contese da un clan camorristico del vicino versante casertano». Non va meglio nel Sud pontino: «Estendono la propria influenza, principalmente, nei settori agro-alimentare, ittico, industriale ed edilizio (in quest’ultimo mediante la creazione, ad esempio, di società finanziarie e immobiliari) i sodalizi camorristici campani del napoletano». Alcuni personaggi della ’ndrangheta sono invece presenti ad Aprilia «dove tentano di riciclare gli ingenti capitali provenienti dalla Calabria attraverso le numerose società ivi ubicate ed operanti nel settore delle telecomunicazioni, nonché con l’acquisto di estesi appezzamenti di terreno agricolo».

L’andamento della delittuosità in provincia nei primi sei mesi del 2003 ha registrato un incremento secondo il Ministero del 5,74%. Le estorsioni sono cresciute del 33,33%, gli incendi dolosi del 73,80% e gli scippi del 43,37%. In calo le rapine del 20,74%: 74 rispetto alle 93 dei primi sei mesi del 2002. «A fronte della recrudescenza delle fenomenologie criminose - scrive il sottosegretario - è stato dato il massimo impulso alle forze di polizia». E aggiunge: «Per quanto attiene gli organici la polizia di Stato presenta, alla data del 1° agosto, una forza effettiva di 642 unità sulle 613 previste in organico, con un particolare esubero per il personale del ruolo degli ispettori (186 sui 70 previsti). L’Arma dei carabinieri dispone di una forza effettiva di 715 unità, superiore di 81 militari rispetto alla forza organica. Il Ministero è consapevole che i mutati scenari socio-economici della provincia, nella quale si registra un preoccupante tentativo di infiltrazione della criminalità organizzata, rendono comunque non più adeguate le dotazioni attuali di personale delle forze di polizia, anche se in linea con le previsioni organiche o addirittura superiori. A tali esigenze di potenziamento si sta rispondendo con la gradualità imposta dai limiti delle risorse».


    

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