ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
(Sezione:     Pag.     )
Martedì 29 ottobre 2002

IMMIGRAZIONE


Mantovano: «Pattuglie italo-slovene»


 

LUBIANA - Nella terra dove fino a due anni fa viveva indisturbato in una villa con eliporto Joseph Longaric, il più grande trafficante di clandestini, proprietario di una flotta aerea e di una squadra di calcio, ieri si sono incontrati per la seconda volta 10 ministri degli Interni del Centro-sud europeo per discutere proprio di immigrazione illegale. Ora Longaric, dopo qualche mese di carcere, costretto a presentarsi due volte la settimana alla "policia" di Lubiana, ha qualche difficoltà in più per i suoi traffici (qui l’organizzazione dei viaggi dei disperati non è ancora reato), ma il controllo dei confini terrestri con pattuglie miste italo-slovene è diventato un modello, così come il controllo dei confini marittimi tra Italia e Albania.

Indicando questi due modelli, il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, che guidava la delegazione italiana (presenti il capo della Criminalpol Fera, i direttori dell’antiterrorismo e della polizia di frontiera, De Stefano e Pansa) si è rivolto ai ministri della sicurezza di Bosnia, Federazione jugoslava, Macedonia, Bulgaria e Romania per bloccare il flusso di clandestini che sfocia nel nostro Paese. Insieme con Austria, Ungheria, Croazia e Slovenia è stato poi firmato un accordo con cui le polizie dei Paesi confinanti si impegnano a una stretta collaborazione per fronteggiare l’emergenza clandestini. «L’obiettivo - spiega il sottosegretario Mantovano - è l’armonizzazione delle legislazioni, con particolare attenzione ai visti, alle procedure di riammissione, agli interventi per proteggere le vittime».

Il canale di Sicilia resta «il punto critico». «Dove - aggiunge Mantovano - gli sbarchi nei primi nove mesi dell’anno sono arrivati a 12.989, a fronte di una netta diminuzione in Puglia e Calabria». Al vertice si è parlato anche del Social forum di Firenze (non a caso era presente il capo dell’Ucigos De Stefano) e Mantovano ha chiesto informazioni sui «gruppi antagonsti», prima di tutto al ministro dell’Interno rumeno.


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