ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
(Sezione: PRIMO PIANO   Pag.     )
Martedì 21 Gennaio 2003

di ANTONIO DE FLORIO

E’ quasi paralisi per le 700mila domande presentate da colf, badanti e lavoratori. Il sottosegretario: a febbraio potenzieremo gli organici delle prefetture

Sanatoria fantasma, a Roma solo 300 contratti
A Palermo regolarizzati 18 extracomunitari su 4.000. Mantovano: «A fine anno tutto a posto»

 

ROMA - Le pratiche di regolarizzazione di colf, badanti e operai immigrati procedono con il contagogge: a fronte di quasi settecentomila domande presentate, negli ultimi due mesi soltanto poche migliaia di datori di lavoro e dipendenti in nero sono stati convocati in prefettura per la firma del contratto di soggiorno.

I dati delle principali città, forniti dalle singole prefetture, sono univoci: a Bari su 6.900 domande presentate appena 30 pratiche sono state concluse; a Bologna ancora meno: 25 contratti firmati su 13.000 richieste; Palermo è in coda: 18 regolarizzazioni su 4.000; cento a Firenze (su 17.000); mille a Milano ma su 87.000; nel Nord-est, ancora peggio: 86 a Verona (su su 12.851) e 220 a Vicenza (su 10.740). Nella capitale si calcolano 300-400 assunzioni rispetto a centomila domande. «Se dovessero far testo i dati finora emersi - dice il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano Ma anche le prefetture non riescono a mettere a regime i loro uffici. A Roma, ad esempio, dei dodici sportelli che dovevano aprire soltanto due sono in funzione ... «A partire dal primo febbraio - assicura Mantovano - arrivano i nostri. Ossia i 1.200 operatori assunti con contratti a termine che saranno distribuiti in tutt’Italia, a seconda delle necessità degli uffici territoriali del governo. Con loro ci sarà sicuramente un’accelerazione nello smaltimento delle pratiche e l’obiettivo di completare la regolarizzazione per la fine dell’anno siamo convinti di poterlo raggiungere».

Sul fronte della raccolta delle impronte degli extracomunitari, anch’esse introdotte dalla legge "Bossi-Fini", le cose vanno meglio. Si procede a una media di 120.000 "prelievi" al mese in tutt’Italia e finora si è preferito chiedere le impronte prevalentemente agli immigrati che rinnovano il permesso di soggiorno. Ma alcune questure invitano lo straniero, prima dell’appuntamento della firma del contratto, a presentarsi presso la sezione della polizia scientifica per i "rilievi dattiloscopici". E non tutti i laboratori sono forniti di scanner e si procede con la vecchia pratica dell’inchiostro.

Lo scoglio dunque è rappresentato dalla lentezza nella convocazione delle parti presso gli sportelli polifunzionali allestiti dalle prefetture. Dove viene rilasciato il codice fiscale, il contratto di lavoro da firmare e il permesso di soggiorno di un anno, rinnovabile per altri 12 mesi. A Firenze, ad esempio, hanno calcolato di procedere all’evasione di cento pratiche al giorno in modo che per il prossimo novembre tutte le domande saranno soddisfatte.

L’avviso di convocazione che in un primo tempo doveva essere inviato soltanto al datore di lavoro, però, viene spedito anche al lavoratore extracomunitario. Così lo straniero deve comunicare sia alla Questura che alla Prefettura ogni cambiamento di indirizzo rispetto a quello indicato nel kit di regolarizzazione. E anche qui si rischia di allungare ulteriormente i tempi. Ma non ci sono solo le settecentomila domande presentate alle Poste. Migliaia di vertenze davanti al magistrato del lavoro sono state aperte nei confronti di quei datori di lavoro che si sono rifiutati di sanare i dipendenti in nero. Una circolare ministeriale indicava lo sbarramento dell’11 novembre, ma dopo quella data i ricorsi sono continuati e alcuni Tribunali hanno concesso agli extracomunitari permessi di sei mesi per attesa occupazione.

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