ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
(Sezione: PRIMO PIANO   Pag.     )
Martedì 21 Gennaio 2003

 

Erano su un gommone rubato, arrestato lo scafista
I sei superstiti del viaggio della morte. Partiti in 35 dalla Turchia, hanno cambiato barca in Grecia

 

LECCE - È stata una tragedia a tappe quella che si è consumata nel Mediterraneo per oltre una trentina di immigrati curdi(in fuga dall’Iraq minacciato dai venti di guerra) che hanno tentato di arrivare in Italia come clandestini: solo in cinque sono riusciti ad arrivare vivi (il sesto superstite è uno degli scafisti greci che è stato arrestato), di altri sei sono arrivati soltanto i corpi, mentre sarebbero otto i dispersi. Secondo quanto raccontato dai superstiti, il viaggio non era cominciato in Grecia, ma ancora più lontano, dalla Turchia, intorno al 12-13 gennaio; dal porto di Smirne, in 35 erano stati imbarcati su uno scafo in vetroresina condotto da due scafisti turchi.

Dopo uno o più giorni di navigazione, al largo della costa greca, la barca ha cominciato a prendere acqua e la gente ha cominciato a cadere in acqua morendo. Gli scafisti hanno allora chiesto soccorso riuscendo ad ottenere, tramite contatti in Grecia con la "rete" di traghettatori clandestini, l'invio di un'altra imbarcazione. Così, giovedì scorso, 16 gennaio, il primo gruppo di sopravvissuti (un numero non precisato di clandestini era già disperso) è stato trasbordato dallo scafo in vetroresina su un gommone condotto questa volta da scafisti greci e rubato nel porto di Preveza (di quelli turchi non si ha più notizia).

Tra i superstiti gli investigatori ritengono di avere individuato uno dei due scafisti greci, Liolis Panaiotis, di 28 anni, che è accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. L'altro probabilmente è tra i dispersi. I superstiti sono tutti giovanissimi. Il più piccolo ha 14 anni, gli altri al massimo 20. Agli investigatori hanno detto di avere pagato tra i 2.700 e i 2.800 euro per il viaggio.

Il responsabile della Caritas, don Giancarlo Perego, dice che il nuovo drammatico bilancio del naufragio nel mar Jonio è «una provocazione per la coscienza civile. Le modalità con cui persone in fuga dal proprio Paese in cerca di libertà e di pace rischiano ogni giorno la vita deve preoccupare la nostra coscienza; le istituzioni devono intervenire». Il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano chiama in causa la Grecia: «Qui non si tratta di rafforzare i rapporti di collaborazione con i paesi di provenienza dei clandestini perché l'imbarcazione soccorsa dal mercantile russo proveniva dalla Grecia e greci erano gli scafisti. Da qui, esaurite altre rotte storiche transitano i clandestini. È recente il caso degli immigrati saliti su tir diretti in Italia proprio nei porti greci. Ma è sempre da qui che passano ormai anche i contrabbandieri».

vedi i precedenti interventi