ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Nuovo IL MATTINO
(Sezione:   e  Pag.     )
Martedì 8 ottobre 2002

CRISTIANO TARSIA


Sceriffi antibranco, esplode la polemica


 

Violenza del branco: dal Vomero al centro cittadino, come in periferia. Di fronte all’assalto delle bande, e alla legittima paura dei cittadini, c’è chi organizza una sorta di polizia fai-da-te: un’iniziativa discutibile, destinata a scatenare nuove polemiche sul fronte della sicurezza. I promotori si vedranno nei prossimi giorni dal notaio. Sono già pronti nome e statuto, che tra l’altro prevede una sede propria e la costituzione di una centrale operativa. «Napoli da vivere» sarà un’associazione di volontari, formata da appartenenti alle forze dell’ordine che «liberi dal servizio, durante i fine settimana, possa essere un supporto allo Stato per vigilare e prevenire fenomeni di violenza». Un progetto di Alleanza Nazionale, a firma del coordinatore cittadino Claudio Renzullo. Che ha trovato, nelle linee generali, anche il placet del suo partito. «Non saranno ronde - avvisano da via Bellini - ma un’associazione di professionisti che si metteranno al servizio della cittadinanza».

«Napoli è sotto scacco per colpa di cento, duecento teppisti - afferma Renzullo - la nostra associazione vuole essere anche un deterrente per una situazione diventata insostenibile. Ho fatto un primo giro tra le forze dell’ordine e in una mattinata mi hanno risposto positivamente una trentina di carabinieri e vigili urbani».

Il questore, Franco Malvano, si dice subito contrario alle finalità dell’associazione. «Anzi - rilancia Malvano - questa notizia non mi risulta proprio. Ho letto sulle agenzie di stampa che Renzullo voglia arruolare volontari tra polizia di stato e carabinieri. Una cosa che non solo non mi risulta, ma che non riesco neanche a prendere in considerazione come ipotesi. Non penso che venga costituita. Se così, sarà vedremo di che si tratta». Sulla stessa lunghezza d’onda l’amministrazione comunale. «È solo una boutade», si liquida così il progetto di An a Palazzo San Giacomo.

D’accordo invece il colonnello dei vigili urbani Carlo Schettini. «Potremo chiamarli volontari della legalità. Forse la parola associazione la fa sembrare una cosa da giustizieri». «È un progetto che può essere studiato, migliorato» avvisa il segretario provinciale di An, Luigi Muro. Che spiega: «Non vogliamo certo sostituirci allo Stato. Non ci pensiamo proprio, così come siamo contrari all’istituzione di ronde. Se vogliamo, la nostra è anche una provocazione, lanciata in un momento di emergenza. Detto questo, si tratta anche di una proposta concreta, tanto che l’associazione verrà costituita tra qualche giorno. La sicurezza del territorio è uno dei nostri obiettivi prioritari». Alleanza Nazionale, infatti, organizzerà anche un convegno, tra un mese, con la presenza del sottosegretario agli interni Alfredo Mantovano, sulla sicurezza in provincia. Ancora non chiari i compiti dei «volontari». «Beh, pensiamo - risponde Muro - che possano intervenire solo in quei casi dove è previsto dal codice l’arresto in flagranza anche da parte del semplice cittadino. In altri casi sarebbe un abuso, ce ne rendiamo conto». «Napoli da vivere» avrà una sua sede e soprattutto una centrale operativa. «Creiamo un gruppo interforze - continua Renzullo - un maggior coordinamento tra corpi di cui si parla da tempo. Ripeto, non sarà un gruppo tipo angel night (i vigilantes milanesi), né una proposta demagogica. Ma un’associazione composta da agenti di polizia giudiziaria, che per legge sono in servizio 24 ore al giorno e che sarà motivo di tranquillità e sicurezza per i cittadini».


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