ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MATTINO
(Sezione:  Primo Piano         Pag.    9)
Sabato 4 marzo 2006

e. r.

L'INTERVISTA

   

 

 Mantovano: «Sì al dialogo ma non sia un cedimento»

 


 

Roma. «Il tentativo di mediazione con l’Iran va portato avanti, perché si tratta di impedire una utilizzazione per fini bellici del nucleare contro lo Stato di Israele». Il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, valuta positivamente gli incontri di Vienna, ma contestualmente ribadisce l’esigenza di interrogarsi sulle ragioni della profonda crisi di valori dell’Occidente.

Onorevole Mantovano quando il dialogo si trasforma in cedimento?
«Il dialogo non è fine, ma strumento. Se diventa fine, finisce per essere scambiato per cedimento. Perché resti strumento deve essere accompagnato da gesti significativi, da dati di fatto concludenti».

Come si può rafforzare l’Occidente e cosa ha determinato la sua crisi?
«Riprendo una frase di Benedetto XVI: ”L’Occidente e l’Europa in particolare non ama più se stesso, si può difendere solo ciò che si ama e si ama soltanto ciò che si conosce”. Il disconoscimento della propria identità, a cominciare dalle proprie radici, equivale al gesto del figlio che disconosce i propri genitori».

Come si è arrivati a questo?
«Per una debolezza maturata nel corso di decenni che ha svilito i principi dei padri fondatori della Comunità».

L’appello per l’Occidente promosso dal presidente del Senato e da lei sottoscritto come verrà portato in ambito europeo?
«Il nostro appello si fonda sul lavoro fatto in questi anni. L’Italia è uno dei soci fondatori dell’Ue e quindi ha titolo e peso per far valere queste tematiche».


    

 

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