ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Il Mattino Sabato 2 marzo 2002

LUCIANO PIGNATARO

«CONGELAMENTO» PER GLI INQUISITI, ANCHE IN CONSIGLIO DEI MINISTRI POLEMICA SULL’INTESA EUROPEA

 

Sequestro dei beni, Buttiglione boccia il Guardasigilli


 

L’Italia sta a Bruxelles come l’Estonia alla Mosca della vecchia Unione Sovietica? Il nuovo slogan mediatico di Bossi sull’«Europa stalinista» versa ancora benzina sul fuoco delle polemiche aperte dalla posizione del ministro della Giustizia Castelli sulla vicenda del congelamento dei beni agli inquisiti per reati di terrorismo, criminalità organizzata e terrorismo. La discussione si è accesa ieri anche in Consiglio dei ministri dove Rocco Buttiglione, rivolto a Castelli, ha ribadito che la creazione di uno spazio giuridico comune europeo è una scelta che non può essere messa in discussione. Insomma, il ministro per le Politiche comunitarie ha ripetuto quanto sostenuto in una intervista: non ci si deve trovare d’accordo solo sul fronte della repressione dei reati, ma anche sviluppare la tutela e la garanzia dei diritti delle persone. Condivisibili, dunque, le critiche all’Unione, ma i difetti si possono correggere non marcando le distanze dagli altri paesi, ma con «più Europa». Buttiglione, sposando la linea espressa da Berlusconi e Fini, pensa ad una riunione tra il commissario Vitorino, l’osservatorio italiano alla Convenzione e il presidente del Senato Pera. Ma è anche la conferma dei rapporti, da tempo tesi nella maggioranza, tra i centristi del Biancofiore e la Lega.

In giornata l’opposizione si è inserita nella contraddizione aperta da Castelli concentrando il tiro sul ministro leghista. «È normale - ha chiesto ironicamente Rutelli, a Salerno per il congresso dell’Anm - che invece di distinguerci per essere all’avanguardia nella costruzione di uno spazio giuridico europeo ci tocchi sentire che questo disegno ci porta non nella Unione europea ma nell’Unione Sovietica?» E Violante rincara la dose: «Come molte cose del ministro Castelli la sua dichiarazione del sequestro dei beni è confusa, non sono perciò in grado di capire cosa intendesse dire. Ad ogni modo aspettiamo che il governo presenti il suo documento in Parlamento e poi decideremo». Un giudizio duro e più tagliente viene da Guido Calvi, capogruppo Ds in commissione Giustizia: «Le posizioni di Castelli appaiono assai gravi e seguono la linea della Lega di farci uscire dall’Europa, definita prima forcolandia e adesso stalinista. Le dichiarazioni che il ministro rilascia danno seguito alle indicazioni del suo capo Bossi, salvo poi quando l’altro suo capo, Berlusconi, gli ha rettificato la linea. Mi sembra che, a secondo di chi urla più forte, il ministro Castelli esegua».

Critiche alle quali hanno replicato Elio Vito e ad Alfredo Mantovano la replica. «Mentre si moltiplicano gli appelli ad abbassare i toni del confronto politico - ha affermato il presidente dei deputati di Forza Italia - Violante e D’Alema continuano con la campagna di diffamazione contro governo e maggioranza. Il governo Berlusconi ha una forte e vera vocazione europea, cosa riconosciuta dagli altri partner. La differenza rispetto agli anni dell’Ulivo è che, grazie a questo governo, per la prima volta l’Italia sta facendo sentire la sua voce a Bruxelles con valutazioni condivise dalla maggioranza dei paesi dell’Unione». Anche il sottosegretario all’interno Mantovano difende il governo: «Quanto sostenuto da Violante è smentito dai fatti, basta rileggere i testi dei decreti legge che questo Governo ha varato, tra i primi al mondo, in materia di congelamento dei beni dei presunti terroristi e di adeguamento al quadro normativo alle nuove emergenze».

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