ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MATTINO
(Sezione:        Pag.     )
Lunedì, 28 Novembre 2005

RAFFAELE INDOLFI

  

 Caso Sofri, riparte il confronto sulla grazia


 

«Penso che in questo tempo sia accaduto qualcosa. Mi sembra che ci siano gli elementi per poter ripensare a questa vicenda». Mario Landolfi, il ministro delle Telecomunicazioni, è possibilista sulla grazia ad Adriano Sofri. «Sono sempre stato contrario ad una grazia unilateralmente concessa - dice - quasi che lo Stato si dovesse scusare con Sofri. Ritengo però che sono accadute cose nuove: non c’è più quell’ossessiva campagna portata avanti dagli amici di Sofri che dava a tutto questo un sapore lobbistico. Ancora, il presidente della Repubblica ha concesso la medaglia d’oro alla memoria del commissario Calabresi che è la vittima di tutta questa vicenda, non bisogna mai dimenticarlo. Ora, con le condizioni di salute di Sofri mi sembra che ci siano gli elementi per poter ripensare e riconsiderare questa vicenda».

E si dice favorevole alla grazia anche Adolfo Urso, viceministro alle Attività produttive, esponente di An come Landolfi. «La mia opinione personale - afferma - è che non sia affatto uno scandalo concedere la grazia a Sofri. Ne ero convinto prima, lo sono ancora di più oggi anche alla luce delle condizioni di salute di Adriano Sofri e del lungo e significativo percorso realizzatosi in questi anni che giustamente il sottosegretario alla Giustizia Mantovano ha evidenziato». Urso cita il suo collega di partito Alfredo Mantovano che sabato, quando si è diffusa la notizia del ricovero di Sofri ha chiesto subito al ministro della Giustizia castelli di inoltrare al Quirinale la pratica della grazia, rompendo il fronte di An che era fino a ieri compatto sul no alla concessione. Ma anche se Landolfi e Urso si schierano con Mantovano, Alleanza nazionale non è compatta sul fronte del sì alla grazia.

Il ministro della Salute Francesco Storace ricorda a Mantovano, la cui posizione comunque apprezza, che «non si può decidere sull’onda dell’emozione». Mentre l’ex ministro delle Telecomunicazioni, Maurizio Gasparri, sostiene che la grazia deve essere richiesta da Sofri o dalla sua famiglia. La rottura del fronte del no in An viene commentata favorevolmente dal portavoce dei Verdi, Paolo Cento, che spinge per la grazia subito. «Ora che finalmente anche da destra si levano voci favorevoli alla concessione della grazia per Sofri, viste le sue condizioni di salute, si proceda subito in questa direzione».

Invita «ad affrontare e risolvere la questione della grazia a Sofri» anche Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di Forza Italia. «Ma - avverte - bisogna farlo senza strumentalizzazioni per evitare di provocare il solito grande polverone che si concluderebbe con il nulla». A favore della grazia si schiera anche il senatore dell’Udc Maurizio Ronconi. E si augura che si arrivi presto al provvedimento di clemenza il direttore del Foglio Giuliano Ferrara. «Spero - dice - che alla fine di tutto questo si riprenda il dossier della grazia, che fra l’altro è già istruito, già al Quirinale e alla Corte Costituzionale». Invita a «far presto» il leader di Rifondazione Fausto Bertinotti, mentre per Enrico Boselli, presidente dello Sdi, «esistono tutte le condizioni» per la concessione della grazia. E aggiunge: «Sono contento che quelli che avevano espresso tanti dubbi ora si dicano a favore».

Fuori dal coro trasversale per la grazia Sofri si pone il ministro per le Riforme, il leghista Roberto Calderoli, che dice di provare «imbarazzo per il fatto che di fronte a una persona malata si pensi di strumentalizzare la questione per farne un caso politico, tornando ambiguamente sulla storia della grazia». Esplicitamente contro la grazia, infine, si schiera il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria.


    

 

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