ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MATTINO
(Sezione:    Pag.     )
Mercoledì 26 Febbraio 2003

RAFFAELE INDOLFI

 

IL REPORTAGE




DALL’INVIATO A PISA

Oggi sarà il giorno più lungo della protesta contro i treni delle armi. Una giornata iniziata in pratica ieri notte, la giornata più difficile. «Saremo in migliaia e garantiamo che i treni non passeranno», dice Francesco Caruso, il leader dei «Disobbedienti» napoletani che ieri sera ha guidata la protesta alla stazione di Pisa. si è incatenato assieme ad altri dieci nell'ufficio del dirigente del movimento. Ed ha innalzato una bandiera della pace sul pennone della stazione. Erano le 17,50. Non c'erano treni di armi in transito per la base di Camp Darby. Ma Caruso e i suoi hanno egualmente invaso la stazione centrale di Pisa per annunciare quello che avverrà oggi. «Siamo qui - dice - per decretare il divieto alla circolazione dei treni della morte. Domani (oggi per chi legge, ndr) nessun treno passerà per questa stazione. Non saremo poche decine come oggi, ma decine di migliaia. E nessuno si sogni di fermare la nostra protesta contro la guerra. Un conto è bloccare pochi manifestanti che occupano i binari della stazione, altra cosa è cercare di fermare una moltitudine che intende protestrare contro la guerra. Chi lo farà dovrà poi assumersi tutte le responsabilità». E decine di migliaia se ne annunciano lungo tutto la tratta ferroviaria che da Vicenza percorrrono i treni delle armi per arrivare a Camp Darby, la grande base militare americana vicino a Pisa.

E a Pisa, sempre oggi, è prevista anche una grande manifestazione contro la guerra per le strade del centro. E alla vigilia del giorno più lungo della protesta contro i treni delle armi si fa sentire anche Luca Casarini, il leader dei «Disobbedienti» veneti. Lui e i suoi i treni non vengono a bloccarli a Pisa, ma in qiesti giorni hanno tentato di fermarli nello lorpo stazioni di partenza. Ieri Casarini non ha guidato come Caruso l'occupazione di una stazione, ma è andato a Dolo, un comune non lontano da Venezia, per contestare l'inaugurazione dei lavori della linea Alta velocità Venezia-Padova. A Dolo, Casarini e i suoi sono arrivati in treno, ma non sono riusciti a raggiungere il luogo della cerimonia bloccato da una spesso cordone delle forze dell'ordine. La cerimonia, alla quale presenziava il ministro dei trasporti. Lunardi, e il presidente della Regione Veneto, Galan, è andata avanti, mentre i «Disobbedienti» tenuti lontani dalla polizia gridavano slogan contro la guerra e i «treni della morte». Ma anche a Dolo si è parlato della grande manifestazione di oggi. «Sarà - ha detto Casarini - una giornata nazionale di protesta e disobbedienza. Saremo sui binari da qui a Pisa. E bloccheremo con i nostri corpi il passaggio dei treni delle armi».

Alla grande manifestazione di oggi dovrebbero partecipare anche quelle parti del movimento No global che non hanno partecipato finora alle protesta sui binari. E replica al sottosegretario dell'Interno, Mantovano che per evitare il blocco dei treni delle armi ha parelato di un piano alternativo del governo, quello di fare arrivare i treni in Turchia via terra, attraverso i territori dell'ex Jugoslavia. «Anche noi - afferma Carasini - abbiamo il nostro piano «B» e siamo già molto avanti con la preparazione. E lo diciamo a Mantovano». I treni per Casarini sono i venti convogli che dovevano raggioungere Camp Darby e che non sarebbero partiti proprio per i blocchi organizzati dai «Disobbedienti». Per Casarini i «Disobbedienti» veneti si sarebbero già organizzati con i movimenti croati e sloveni che sono a loro vicini e che dovrebbero, se i treni della armi dovessero transitare per il loro territorio, ripetere le manifestazioni di questi giorni in Italia, bloccando stazioni e binari. Casarini è pronto a portare la protesta anche fuori dai confini nazionali.


 

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