ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MATTINO
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Mercoledì 16 marzo 2005

ANTONIO PRESTIFILIPPO

IERI 153 IMMIGRATI SONO GIUNTI A LICATA. SETTIMO CASO IN DUE GIORNI  

 

 Sbarchi clandestini, riparte l’escalation

   


 

Sette sbarchi in due giorni solo a Lampedusa. E nel pomeriggio di ieri un'altra carretta del mare con 153 disperati a bordo si è spinta ancora più a nord ed è approdata nell'Agrigentino, nel porto di Licata. Insomma un carico di oltre un migliaio di persone, approfittando del primo tepore primaverile e del mare calmo, ha compiuto il grande salto del Canale di Sicilia per questa che per molti di loro che pagano agli scafisti dai 3 ai 4 mila dollari a testa, rappresenta davvero un'ultima spiaggia.

Tuttavia, a sentire il comandante della Guardia Costiera di Lampedusa Michele Niosi, il peggio deve ancora arrivare. Secondo alcune notizie che il sottosegretario Mantovano in un'intervista radiofonica non ha potuto confermare né smentire invitando comunque alla prudenza, vi sarebbero almeno settemila disgraziati radunati sulle coste del nord Africa in attesa di imbarcarsi per raggiungere la Sicilia, in barba a tutti gli accordi italo-libici firmati nel luglio scorso. Niosi ne è quasi sicuro: «Le notizie di stampa, le fonti diplomatiche e consolari e la voce del popolo - spiega il comandante - ci danno il quadro della nuova emergenza, siamo pronti ad accoglierne sicuramente altri mille nelle prossime ore. Del resto, nei mesi di cattivo tempo non ci sono stati sbarchi, e dalle nostre informazioni sappiamo che in questo periodo forse migliaia di persone, partite dalle proprie case si sono raccolte nei pressi di Zuwara, al confine tra Libia e Tunisia».

Dunque c'è evidentemente qualcosa che sta sfuggendo di mano a tutti e soprattutto alle autorità libiche che, nella giornata di ieri, hanno spedito sulle Pelagie una pattuglia di 007 per tentare di stabilire di che nazionalità siano tutti i disperati approdati in queste ultime ore. Prima che il ponte aereo, che ha già cominciato a funzionare con due Hercules C 130 dell'aeronautica militare, li distribuisca nei vari centri di accoglienza, ma soprattutto a Crotone, in Calabria, che registra già i primi problemi di sovraffollamento.

Il summit tra intelligence italo-libiche che si è svolto nel massimo riserbo, rientra in uno di quei "moduli operativi" che fanno parte degli accordi tra i due Paesi per il contrasto all'immigrazione clandestina. Secondo quanto è filtrato dalle prime indagini, l'organizzazione avrebbe una base in una delle coste ai confini tra Libia e Tunisia, molto probabilmente a Zuwara, come sostiene Niosi. E quasi tutti i clandestini sbarcati sarebbero libici e tunisini, e dunque tutti rimpatriabili. Il sindaco di Lampedusa e i suoi abitanti vedono nero. Bruno Siragusa implora il governo e la Comunità europea: "Aiutateci, il centro di accoglienza sta scoppiando. Dateci una mano ad affrontare un'emergenza che non appartiene solo alla nostra isola ma all'intera Europa".


    

 

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