ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MATTINO
(Sezione:       Pag.     )
Lunedì 16 giugno 2003

MARIA PAOLA MILANESIO

 

Lega contro Pisanu, Berlusconi lo difende



Se la Lega vuole la testa del ministro Pisanu sappia che non l’avrà. Se con quel suo usare toni dirompenti intende soltanto alzare il prezzo in vista della verifica di maggioranza, sappia che il livello di sopportazione negli alleati ha toccato il punto massimo. Giornata caldissima ieri nella Cdl, con incroci di telefonate, di note che segnano profonde divergenze in una coalizione sempre più divisa nel clima post-elettorale.

A far sapere a Umberto Bossi che Pisanu non si tocca è stato il premier Silvio Berlusconi in persona. «Il bilancio della legge sull’immigrazione è assolutamente e nettamente positivo», è quanto il capo di governo ha convenuto dopo un fitto scambio di telefonate con il responsabile del Viminale rese note dal portavoce del premier Bonaiuti. Dal primo gennaio, secondo i dati del dicastero, l’immigrazione clandestina si sarebbe ridotta del 50% rispetto allo stesso periodo del 2002; e gli allontanamenti effettivi avrebbero superato quota 24mila. Al Carroccio, però, non basta visto il fuoco di fila a cui il ministro Pisanu è stato sottoposto. «Può darsi che le colpe dei ritardi non siano sue ma il ministro è lui. Venerdì a Palazzo Chigi leggeremo il decreto attuativo della Bossi-Fini e la questione degli ingaggi: vedremo se è una cosa seria», metteva le mani avanti il Senatur, in serata.

A dare il ”la”, fin dalla mattina, era stato Roberto Calderoli: «Appare evidente che un ministro che impiega un anno per risolvere una delle questioni più urgenti del Paese, debba rassegnare le dimissioni per manifesta incapacità di risolvere il problema. Mi sembra scandaloso il tentativo del Viminale di scaricare su altri ministeri le responsabilità dei ritardi». Come dire, non si cerchi di confondere le acque perché la responsabilità non è di Via XX Settembre, quartier generale di Tremonti. Alfredo Mantovano, sottosegretario all’Interno, proprio non vorrebbe parlarne: «Non commento quanto dice la Lega, perché non è commentabile. È profondamente ingiusto indicare il ministro Pisanu come colpevole dei ritardi».

Ma la storia dei fondi? «I fondi ci sono. Senza usare toni polemici voglio sottolineare che il ministro da tempo ha predisposto una loro ripartizione e che ancora attende la risposta del dicastero dell’Economia». Altrettanto secca la replica all’accusa di eccessivo ritardo nei decreti attuativi: «Con la legge Turco-Napolitano passò un anno e mezzo - spiega Mantovano - Nessuno ha mai pensato che bastasse una legge per risolvere tutti i problemi: la Bossi-Fini è soltanto il tassello di una strategia più ampia. Piuttosto si ricordi che sta dando ottimi risultati per la regolarizzazione, perché sta prosciugando l’area della clandestinità e funzionerà a pieno regime quando tutti i regolamenti saranno varati».

Nella Cdl l’ultima uscita dei leghisti non trova sponda alcuna. Da Renato Schifani fino a Luca Volontè, passando attraverso esponenti dell’intero schieramento, la voce è unica: «La Lega abbassi i toni, Pisanu non è in discussione». Dice il presidente dei senatori di Forza Italia, Schifani: «L’immigrazione clandestina è un problema grave. La legge Bossi-Fini è stata approvata con tutto il contributo della Cdl e ora ci sono tempi fisiologici per la fase attuativa». Il capogruppo dell’Udc a Montecitorio, Volontè: «Pisanu sta dimostrando competenza e senso dello Stato». Aggiunge Tabacci, che proprio sul tema si scontrò più volte con la Lega: «L’immigrazione è un fenomeno che va affrontato in modo equilibrato e non ideologico».

Nel centrosinistra è sconcerto. La legge Bossi-Fini è definita «inapplicabile», ma altrettanto inapplicabile è la richiesta della Lega. «Questo intervento della Lega segna l’apertura di una vera crisi di governo», dice il verde Pecoraro Scanio. «La legge è sbagliata, inutilmente disumana e inefficace. Il ministro Pisanu, invece di peggiorare la situazione firmando i decreti attuativi o provando impossibili correzioni, deve avere il coraggio di scrivere una nuova legge», è l’invito di Fioroni della Margherita.


    

 

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