ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Il Mattino Martedì 14 maggio 2002

ELENA ROMANAZZI


IL DDL FINI-BOSSI

Alla Camera tutti contro tutti. La maggioranza insiste: impronte obbligatorie Clandestini, 4 mesi per schedarli
Spunta l’ipotesi di allungare i tempi di permanenza nei centri di accoglienza


È iniziata la maratona parlamentare per l’approvazione del disegno di legge sull’immigrazione che porta la firma di Bossi e Fini e subito sono scoppiate le prime scintille tra maggioranza e opposizione. In una seduta fiume, esponenti di varie forze politiche si sono confrontati nell’ambito della discussione generale di un provvedimento che ha subìto alcune modifiche. L’ultima novità, quella di prendere le impronte a tutti gli immigrati, non solo a quelli clandestini come previsto in via opzionale dall’attuale legge in vigore, ma anche a coloro che sono in possesso dei permessi di soggiorno o che devono rinnovarlo. Le modifiche non sono, però, finite e ieri in aula FI ha lanciato la proposta di prolungare il tempo di permanenza nei centri di prima accoglienza portandolo dai 30 giorni previsti dal Senato a 120, ipotesi sulla quale ora la Cdl ha deciso di riflettere. Sono mille gli emendamenti che sono stati depositati in aula. E, dal momento che l’inizio delle votazioni è stato rinviato, non è escluso che il numero possa aumentare come annunciato ieri dall’opposizione che sulla legge farà fronte unito per cercare di modificare alcuni principi definiti ieri in aula incostituzionali.

La legge Turco-Napolitano viene completamente stravolta. Si elimina la figura dello sponsor e il permesso di soggiorno dell’immigrato diventa permesso di lavoro, ovvero solo chi ha un contratto potrà restare in Italia. La durata del permesso non è a tempo indeterminato. Varrà due anni e se il lavoratore nel corso di questo tempo avrà perso il posto di lavoro sarà costretto a rientrare in patria. I ricongiungimenti familiari saranno limitati solo ai figli minori e quanto ai maggiorenni solo se disabili. I genitori possono arrivare in Italia a patto che non abbiano reddito e non abbiano altri figli. È prevista una sanatoria per le colf e le bandanti. Si inaspriscono le pene contro quegli extracomunitari che una volta espulsi vengono trovati in Italia. L’immigrato che verrà espulso, come accade ora, verrà accompagnato alla frontiera e messo materialmente o su delle navi o sui voli charter che verranno potenziati. Le quote verranno decise entro il 30 novembre dal Presidente del Consiglio, sentita la conferenza Stato Regioni.

Il dibattito ha evidenziato quanta differenza c’è tra le posizioni, non solo tra maggioranza e opposizione ma anche nelle singole componenti. Nella maggioranza per esempio il Ccd-Cdu chiede una diversa politica di trattamento dei minori immigrati non accompagnati che si trovano negli appositi istituti e che in base alla nuova legge devono essere allontanati una volta compiuti i 18 anni. Nell’opposizione è scontro di vedute sull’emendamento relativo alle impronte digitali. Provvedimento che vede in contrasto Margherita e Ds, con i diessini favorevoli a patto che venga circoscritto ai clandestini.

Un importante accordo con l’Egitto è stato siglato dal sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, che prevede una certa collaborazione da parte degli egiziani rispetto alle segnalazioni di partenze di clandestini. Il varo della legge sull’immigrazione non avverrà prima della fine di giugno. Uno dei nodi spinosi ancora da sciogliere, che vede scettici anche alcuni membri della maggiornanza, riguarda l’asilo politico che si chiede che venga stralciato dal disegno di legge.

 

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