ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MATTINO
(Sezione:           Pag.    )
Mercoledì 2 Febbraio 2005

LIMONCELLI

   

 

 Pentiti, nuovo contratto dal Viminale

   


 

Durata del contratto: 24 mesi. Previsto l’obbligo di specificare tutti i beni posseduti o controllati - anche tramite altri -, di versare il denaro frutto di attività illecite, di accettare le opportunità di reinserimento lavorativo. Obblighi ma anche misure di assistenza. Come quelle di una casa o di un sostegno per il reinserimento sociale con l’erogazione di una somma pari all’importo dell’assegno di mantenimento. Arriva il nuovo «contratto» del Viminale per le persone da sottoporre ai programmi di protezione. Ovvero, per pentiti di mafia e per testimoni di giustizia: 4.313 persone. I nuovi modelli del contratto di protezione sono stati elaborati e adottati dalla Commissione centrale sui programmi di protezione, presieduta dal sottosegretario Alfredo Mantovano, in un’ottica di «chiarezza su obblighi e facoltà, senza eccezioni o deroghe per nessuno». Inclusa la possibilità, dopo verifiche ad hoc, di modifica o di revoca della stipula.

Sono, infatti, stabilite nero su bianco, nel segno della trasparenza, regole chiare per entrare nel programma di tutela, obblighi precisi da rispettare per evitare la revoca delle misure: in passato, invece, le regole per collaboratori e testimoni di giustizia erano vaghe, spesso variabili da caso a caso. Tanto per cominciare i nuovi contratti, da oggi in poi, saranno sottoposti alla firma dei collaboratori di giustizia e riguarderanno sia le persone che entrano per la prima volta nei programmi di protezione ma anche quanti già ne usufruiscono. Per ora, al dicembre 2004, coinvolgeranno i 970 pentiti (con 3053 familiari) e i 71 testimoni ( con 219 familiari) che risultano sotto protezione.

Distinti nettamente risulta lo status di pentito da quello di testimone di giustizia (testimoni appunto di delitti di criminalità organizzata). I collaboratori di giustizia, stando al nuovo modello, hanno l’obbligo di specificare tutti i beni posseduti o controllati, di versare il denaro frutto di attività illecite dopo l’ammissione alle speciali misure di protezione, di «evitare il ritorno nella sede di provenienza senza l’autorizzazione del servizio centrale di protezione», di accettare «il trasferimento in altra località protetta, disposto per motivi di sicurezza» e «le opportunità di reinserimento lavorativo».

Tra le misure di assistenza economica previste («sempreché - è specificato - non possa direttamente provvedere il soggetto sottoposto al programma di protezione») per i pentiti, c’è la capitalizzazione - il sostegno al reinserimento sociale - che prevede l’erogazione di una somma pari a un assegno di mantenimento per due anni, periodo che può arrivare fino a 5 anni in presenza di un progetto di reinserimento socio-lavorativo, un contributo di 10mila euro per la sistemazione alloggiativa e altri per le spese sanitarie o legali. Obblighi e misure, messi nero su bianco, sono inserite anche nel nuovo modello del contratto di protezione che riguarda i testimoni di giustizia.

Per tutti i cittadini che testimoniano su delitti di mafia o di camorra, c’è, tra gli altri, l’obbligo di non poter rivelare la nuova identità ma sono anche previste specifiche misure di assistenza «volte a garantire un tenore di vita personale e familiare non inferiore a quello precedente l’avvio del programma» o, in alternativa, una «capitalizzazione» dei costi, tra i 2 e i 10 anni, mediante l’erogazione di una somma al termine del programma di protezione alla quale vanno aggiunti 10mila euro di contributo - rivalutabili secondo gli indici Istat - per la sistemazione alloggiativa. E ancora la «corresponsione di una somma a titolo di mancato guadagno» per l’eventuale cessazione dell’attività lavorativa del testimone e dei familiari nella città di provenienza, mutui agevolati e, in caso di trasferimento, l’acquisizione da parte dello Stato degli immobili di proprietà «dietro corresponsione dell’equivalente in denaro a prezzo di mercato».


    

 

vedi i precedenti interventi