ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MATTINO
(Sezione:          Pag.    28)
Venerdì 18 novembre 2004

LUIGI ROANO

LA IERVOLINO CHIEDE SPIEGAZIONI AL DIRETTORE GENERALE E AL PRESIDENTE DELLA VIGILANZA

 

 Sindaco contro la Rai: più corretta Mediaset

Scontro dopo «Ballarò». Floris: regole rispettate. Mantovano: ecco perché ho difeso Napoli


 

La Iervolino dichiara guerra alla Rai: «Napoli non è Baghdad, in Rai da troppo tempo fanno questa equazione. Ecco perché Mediaset è meglio della Rai. È più corretta». Il sindaco Iervolino attacca, non ha digerito ancora Ballarò la trasmissione condotta da Giovanni Floris (alla quale ha partecipato anche il giornalista Renato Rocco) e andata in onda martedì su Rai Tre, dove secondo il primo cittadino è stata «data un’immagine distorta della città». Il riferimento è al reportage su Scampia, quartiere simbolo del degrado e della criminalità in questi giorni di guerra di camorra.

E non ha digerito neanche la puntata di Radio Anch’io andata in onda ieri su Radio Uno, trasmissione che avrebbe avuto lo stesso difetto: «L’assessore De Masi ha subito una serie di offese». Con De Masi che puntualizza: «Non era una trasmissione su Napoli ma contro Napoli. Non è possibile far parlare solo coloro che attraverso le e-mail denunciano realtà difficili e non anche chi spiega che a Napoli qualcosa si muove. Come ha sottolineato il sottosegretario Alfredo Mantovano, al quale non è sfuggito che la reazione della città non è solo quella che arriva dai palazzi ma anche dalla gente». È il sindaco però a lanciare nuovi affondi contro Ballarò: «In studio non c’era nessuno che conoscesse la realtà di Napoli per intero e non è stato corretto deontologicamente l’atteggiamento del giornalista. Nessuno contesta i fatti raccontati, ma quando si fa vedere un ragazzo che si inietta droga bisogna ricordare che la polizia lì ha sequestrato 7000 siringhe. E quando si fanno vedere le Vele bisogna anche dire che due le abbiamo abbattute e che si stanno costruendo case nuove per i residenti. Che a Scampia c’è l’unica piazza telematica d’Italia e tante associazioni di volontariato. La sensazione che ho avuto è di grande superficialità nell’affrontare questi temi». Il sindaco spiega perché non è voluta intervenire in diretta: «Non sono la serva di nessuno.

Altra cosa è stata la trasmissione Primo Piano, allora tutto è filato per il meglio. Del resto a Scampia non c’era nessuno: chi doveva rispondere per noi, le mura? Lo stesso Lanzetta non conosce le politiche sociali che stiamo portando avanti. L’unico a comportarsi correttamente è stato Mantovano. Mi è sembrato di rivedere le trasmissioni che si facevano su Palermo. Quando ero ministro andai in visita a Palermo, non voleva farmi visitare lo Zen, la Scampia di lì. Affittai una 500 con il mio addetto stampa e andai in visita nel quartiere dove trovai la parrocchia e i volontari attivi. Sono ancora in contatto con loro». Infine un altro attacco: «Non farò querele, ma devo difendere la città da un punto di vista politico, mi rivolgerò al direttore generale della Rai e anche al presidente della Commissione vigilanza».

Un caso politico quello sollevato dal sindaco, tanto che Italo Bocchino, vicecoordinatore di An, giudica così la puntata di Ballarò: «Il primo corto circuito fra la sinistra politica e quella giornalistica». Bocchino, che parla di «sensazionale scoop», afferma che «chi fino a qualche tempo fa inneggiava al miracolo bassolin-iervoliniano e alla nuova primavera di Napoli, ora s’è ravveduto. Il crudo realismo del reportage su Scampia chiude una stagione di farse, alimentate proprio da quella informazione militante che oggi riscopre una Napoli in ginocchio».

In trasmissione era presente anche Anna Finocchiaro, la responsabile Giustizia dei Ds, che con il sindaco ha avuto un vivace scambio di battute via cavo. La Iervolino avrebbe gradito - stando a quanto trapela - maggiore verve nel difendere le ragioni di Napoli: «È chiaro - spiega la Finocchiaro - che Napoli non è solo il quartiere di Scampia. E che è invece una città che ha dimostrato di volere e sapere rinascere. Ma a Napoli c’è Scampia esattamente come anche in altre città del Sud. Questo era il tema della trasmissione. Con questo voglio dire che il governo deve tornare a guardare al Mezzogiorno come luogo privilegiato di investimenti. E poi che i comuni non possono essere lasciati soli dallo Stato. Libertà e sicurezza, sviluppo e occupazione sono temi inscindibili». Fa sentire la sua voce anche Raffaele Varriale, presidente della circoscrizione: «Scampia possiede al suo interno forze sane che hanno una grande volontà di cambiamento che si è ritenuto far tacere». Oggi, intanto, la Iervolino alle 21 verrà intervistata su Rai Due a «Punto e a capo», nel corso di un dibattito sul «caso» Napoli.


    

 

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